Di Lucrezia Belisario

Prove di Governo ad alta velocità.

Distanze siderali tra Lega e 5 Stelle sulla Torino-Lione ; l’opera cioè sulla quale il Governo è spaccato in due, e a causa della quale rischia seriamente una crisi politica dalle conseguenze disastrose per l’economia.  

La spaccatura all’interno del governo tra Lega e Cinque Stelle sulla trattativa  Tav  Torino-Lione continua ad essere evidente, orientamenti politici che restano tuttora contrapposti: dopo mesi in cui, periodicamente, le due forze della maggioranza si erano scontrate sulla TAV, la posizione dei due partiti non è sostanzialmente cambiata. Salvini consapevole del credito della propria base elettorale continua a dire spesso bruscamente e apparentemente senza concedere spazio alle discussioni  che l’opera è irrinunciabile. Il M5s invece è contrario perché ormai da anni ha raccolto le istanze della cosiddetta battaglia “No TAV” e ne ha fatto uno dei punti principali del suo programma politico nazionale.

Le distanze tra gli alleati si fanno via via più evidenti, e il governo è sull’orlo della crisi. Con i due capi politici ai ferri corti, l’alta velocità potrebbe rappresentare un pericolo per la tenuta dell’esecutivo giallo-verde, che sta trascinando il governo verso il baratro della crisi irreversibile che nessuno vuole e tutti temono. 

Dunque, incastrato sotto il tunnel della Tav,  e senza vie di fuga, Il governo  può solo andare avanti o indietro. Non esistono, al momento, passaggi laterali o terze vie in grado di sbloccare la situazione. La Tav o si fa o non si fa, il forse non esiste. 

Se la Tav sarà inutile una volta completata, si vedrà, non completarla dopo i lavori fatti ed i soldi spesi, sarebbe sicuramente inutile, dannoso ed una vergogna nazionale e pentastellare. Sarebbe conveniente fare un’analisi dei costi benefici per quantificare il danno erariale, il danno elettorale ed il danno d’immagine, per una grande opera costosissima e lasciata incompleta .

La TAV è l’unica questione su cui il M5s è praticamente solo. Gli altri partiti (forse con l’eccezione di qualche estremo sinistro) sono tutti pro TAV. Salvini questo lo sa: se cade questo governo, per evitare nuove elezioni i grillini dovranno pur allearsi con qualcuno e ben difficilmente riusciranno ad imporre il blocco della TAV in un nuovo “contratto di governo. Con la Lega, i 5S possono alla fine trovare un accordo, come sempre. Con il PD sarebbe molto più difficile. Accettare la TAV, per i grillini potrebbe avere effetti quasi letali in termini di consensi. E questo Di Maio lo sa bene.

All’interno del governo, dunque, ancora non c’è accordo, ma le posizioni dei due partiti appaiono piuttosto chiare: Lega e M5s è muro contro muro, con Salvini che vuole il proseguimento dell’opera a tutti i costi – e si oppone a un eventuale stop ai bandi – e i pentastellati che, al contrario, si giocano tutto sul “no” e puntano a bloccare i bandi. 

Due posizioni opposte quindi. Come faranno a mettersi d’accordo?

Ma non è la prima volta che i due partiti hanno visioni non sempre conciliabili ; sono tanti i temi che hanno tenuto e tengono divisi gli alleati di governo che con il passare del tempo sono sempre più numerosi.

Lo scontro tra i due partiti è sempre dietro l’angolo e l’esecutivo Lega-5 Stelle appare spesso in bilico.

Questi due partiti, sono la rappresentazione sociale di due blocchi differenti. Le divisioni sono tante, così come tante sono le ferite aperte all’interno.

Due forze alleate ma con culture politiche e visioni ideologiche troppo divergenti; elettorati di riferimento e basi sociali altrettanto diversi; programmi, obiettivi e progetti di riforma che ognuno coltiva in autonomia, senza una visione condivisa del futuro dell’Italia, e che sommandosi rischiano di far saltare l’equilibrio.

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