Di Cristina Falcioni
Nonostante i numeri da record che ha portato a casa per le prime due puntate, guadagnando il 27,4% di share, dalla terza puntata fino all’ultimo c’è stato un graduale declino di spettatori passando da un 19% a un 16% venendo battuta da “L’isola dei famosi”, trasmessa in prima serata su Canale 5, con il 17,3% di share. La serie, pubblicizzata come un capolavoro su tutte le reti tv, si può dire che sia stata quasi un flop a causa del suo essere estremamente lento, sia dal punto di vista della sceneggiatura, con lenti sviluppi della trama, sia da quello della regia con tempi morti e lunghe riprese ferme sullo stesso scenario. Possiamo dire quindi che, questa serie, poteva essere gestita in modo diverso, magari cercando di togliere tutte quelle scene estremamente lunghe che potrebbero portare lo spettatore a cambiare canale e mettendoci qualche scena più movimentata ma senza romanzare o cambiare troppo lo scritto originale.
Il Nome della rosa è uno dei più famosi romanzi di Umberto Eco del 1980. Da questo capolavoro della letteratura la Rai ha deciso di trarci una mini serie tv diretta da Giacomo Battiato. Era già stato girato un film nel 1986 con Sean Connery e adesso a sostituirlo in questa serie è John Turturro che ha reso questo personaggio molto più intellettuale e meno investigativo dotandolo di humor e rendendolo anche irriverente al punto giusto. La storia è ambientata nel nord-Italia nel 1327. Guglielmo da Baskerville, un brillante frate francescano, viaggia fino in Italia per fare da mediatore tra la delegazione di Papa Giovanni XXII e una di francescani, accusati di voler destituire il potere temporale della Chiesa in una isolata abbazia del Nord. Insieme a Guglielmo, ad aiutarlo nel suo viaggio, c’è Adso, un giovane novizio benedettino che ha scelto il frate come suo mentore. L’abbazia, già dal loro arrivo, si presenta come un luogo inquietante e pieno di misteri con una biblioteca che custodisce manoscritti di inestimabile valore e dove tuttavia aleggia più di un mistero. L’assassinio del monaco Adelmo da il via a un serie di delitti che, uno alla volta, coinvolgeranno i monaci dell’abbazia. Guglielmo quindi su mandato dell’abate dovrà indagare sull’identità e sul movente dell’assassino Seriale per arrivare alla risoluzione del caso prima che abbia inizio la disputa tra i francescani e la delegazione del Papa. Già dalla prima volta in qui i frati parlano della biblioteca ne parlano come di un labirinto in cui possono accedere soltanto l’abate e un suo eletto e via via che si va avanti con le indagini, Guglielmo intuisce che in quel labirinto della famosissima biblioteca, si cela la chiave dei misteri. Ma quando sembra sul punto di risolvere quell’intricato enigma le cose cambiano. A questa serie ha lavorato anche lo scrittore Umberto Eco, poco tempo prima della sua scomparsa. La serie evento di questo marzo 2019 è stata venduta in 132 paesi ed è la serie italiana più venduta al mondo dopo Gomorra.