Di Giordano Tabbì
Paolo Pizzo è uno schermidore, ma non è un atleta come tutti gli altri. Nell’arco della sua vita professionale e privata ha sempre combattuto sia con la spada in mano che senza. Il 4 Aprile del 2019 ha compiuto 36 anni, pieni di emozioni, gioia, felicità, momenti tristi e difficili, che però ha saputo sempre superare, supportato dalla sua famiglia.
“Un Mondiale non vale una vita, te lo puoi rigiocare, lottare e vincere, contro un tumore è il successo che ti cambia, per sempre…”, è questo quello che ha dichiarato Paolo ai giornalisti dopo essere diventato campione del mondo di scherma. Tra le vittorie più importanti una medaglia d’oro nella spada al Campionato mondiale di scherma nel 2011, nella sua città, Catania, e un argento nella spada a squadre ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro del 2014, ma la vittoria più importante è stata quella di aver sconfitto il cancro al cervello che gli era stato diagnosticato all’età di 14 anni, quando frequentava il secondo anno delle scuole superiori.
E’ quando gli viene diagnosticato il cancro, è qui che inizia la gara più importante della sua vita. Già da ragazzo è stato messo a dura prova, ma Paolo non ha mollato, è stato curato, ha lottato ed ha vinto. Ma non dimentica quel periodo così brutto della sua vita. Oggi il campione non lascia da sole tutte quelle persone che lottano contro una malattia terribile, e si è impegnato in prima persona come ambasciatore e testimonial dell’AIRC, associazione italiana sulla ricerca del cancro. Ora insegna a non arrendersi Pizzo, che sin da bambino aveva un sogno, girare il mondo per la scherma e magari raggiungere la vetta del mondo. E’ diventato un simbolo di speranza per tutte quelle persone malate ed un simbolo di forza per tutte quelle che invece si sentono sempre più logorate e deboli da questa malattia. E’ un campione nella scherma e nella vita, non dimentica i momenti brutti del passato ma li trasforma in energia positiva, quando toglie la maschera ci ricorda come la felicità, sia nella vita che nello sport, è una cosa che nessuno ci toglierà mai, neanche nei momenti più difficili.
Ora Paolo Pizzo ha capito cosa significa lottare per la vita, è riuscito sempre ad andare avanti, ha resistito anche quando non era facile farlo, ha sperato, ha pregato e ci ha sempre creduto, sia durante le cure che quando sale in pedana con la spada. Già, la spada, simbolo di lotta, ma anche di nobiltà, in uno sport come quello della scherma che in Italia forma sia grandissimi atleti, che uomini, che, come Paolo, hanno dimostrato che nella vita c’è sempre una speranza, basta crederci e non mollare mai, anche di fronte alle avversità più grandi.