Di Gabriele Dominici.

Sono entrato in aula in punta di piedi, e non solo perché mi inserivo in un corso già iniziato, dove già molti ragazzi avevano creato un gruppo di intensa collaborazione, ma soprattutto perché intraprendevo  uno di quei percorsi, chiamato laboratorio, dove dovevo mettermi in gioco in prima persona e dove su ogni pezzo bisognava esserci e metterci la faccia, Laboratorio di redazione giornalistica.

Le mie difficoltà, condivise con i miei tre compagni di avventura, sono state immediatamente superate grazie ad un ambiente amichevole, dove ognuno metteva a disposizione la propria esperienza, ma soprattutto grazie al Prof. Marco Palma e alle sue collaboratrici, Giovanna e Giulia, che spogliandosi dei panni dei classici professori, si sono posti alla guida di un gruppo di studenti, dai quali non hanno preteso solo risposte, ma li hanno accompagnati per mano verso le strade che conducevano alle risposte.

E non è soltanto un modo di dire, una disponibilità che gli stessi professori ci hanno garantito da subito, dimostrando la loro presenza di fronte alle nostre difficoltà, anche negli orari più impensabili, tutte quelle volte cioè in cui il dubbio ci assaliva e ci bloccava ed avevamo bisogno di quel conforto per poter andare avanti. E, in quei consigli, non c’erano soltanto suggerimenti legati strettamente alla materia o all’articolo da dover scrivere, ma incoraggiamento e dalle parole trapelava la loro stima che si traduceva per noi come consapevolezza di potercela fare. Ed ogni articolo diventava quindi una scommessa con se stesso.

Per questo anche le lezioni hanno assunto un sapore particolare, diventando teatro di discussione, confronto e, soprattutto, di crescita, dove ogni studente ha potuto esprimere la propria opinione su vari argomenti, opinioni mai banali, senza la paura di essere giudicati, ma consapevoli che ogni idea potesse rappresentare un momento di riflessione. Non sono mancati di certo momenti di goliardia, dove lo stesso professore si è messo in gioco con la sua ironia, creando una grande empatia con noi ragazzi.

Oggi che mi trovo a tirare le somme e a dare un giudizio su cosa questo corso  mi ha lasciato, sento di dover fare una riflessione: l’insegnamento che ho ricevuto non si è limitato a mere nozioni, che hanno comunque contribuito ad arricchire le mie conoscenze, ma a vere e proprie lezioni di vita dalle quali partire per poter coltivare quella che è per me la mia grande passione.

In me è cresciuta una grande consapevolezza delle mie capacità, e, anche se è certo che la strada è ancora lunga e di lavoro ce ne è ancora tanto da fare e che questo corso rappresenta soltanto un primo passo, aver seguito questo laboratorio mi ha dato la certezza che la scelta di iscrivermi a questa facoltà ha messo forti radici alla mia passione per la scrittura.