Di Giorgia Di Stefano.

Il primo anno di università è quasi terminato, sta per iniziare la sessione estiva e nell’aria si sente già forte l’odore della paura. Tra i corsi che ho frequentato in questo mio primo anno accademico ce n’è uno nettamente diverso dagli altri, un laboratorio non solo di giornalismo, ma di vita: il laboratorio di redazione giornalistica.

Ho intrapreso questo percorso in questa facoltà perché, avendo idee diverse su cosa farò nel mio futuro, cercavo qualcosa che potesse conciliare entrambi i percorsi che sto prendendo in considerazione. Tra queste ipotesi non c’è quella del giornalismo, ma si tratta comunque di un ambiente che mi ha sempre incuriosita molto e mi piaceva l’idea di conoscere un po’ di più le dinamiche che ci sono dietro la stesura di un giornale o la realizzazione di un telegiornale. La prima volta che ho sentito parlare di questo laboratorio è stata durante un incontro organizzato per introdurre tutte le matricole al corso di Scienze della Comunicazione, incontro durante il quale ogni professore ha presentato il suo corso. Il corso che c’è dietro questo giornale è decisamente quello meno ordinario e prevedibile. Le lezioni infatti si svolgono sempre in modo differente, ma la vera caratteristica distintiva di questo corso è che la teoria cede parte del suo posto alla pratica. Abbiamo iniziato a scrivere articoli e rubriche sin da subito, siamo stati inseriti in una redazione di appartenenza e da quel momento è cominciato il nostro percorso insieme. All’inizio era davvero difficile, abbiamo dovuto imparare a scrivere un intero articolo che avesse un attacco convincente ed un titolo in grado di racchiudere il cuore del nostro pezzo, ma non abbiamo acquisito solo questo. Abbiamo capito qual è il modo giusto di guardare ciò che ci circonda, sempre con occhio critico e con molte domande, abbiamo appreso che non dobbiamo tirarci indietro se abbiamo qualcosa da dire, che non dobbiamo avere paura di dare fastidio, ma, soprattutto, abbiamo capito che non dobbiamo dare mai nulla per scontato.

Non abbiamo parlato solo di giornalismo infatti, abbiamo parlato di fenomeni presenti nella società in cui viviamo e su di essi abbiamo fatto anche delle inchieste per scavare ancora più a fondo e per poter dire tutto ciò che c’era da dire. In queste inchieste abbiamo trattato temi quali il razzismo e la pedofilia, temi importanti e molto più grandi di uno studente universitario, ma siamo riusciti a tirare fuori la maturità necessaria per rendere giustizia alla gravità di certe cose.

Tvgnews è stato una parentesi della mia vita universitaria che ricorderò con un sorriso, per tutto quello che ho imparato, ma soprattutto per le persone che ho conosciuto e per le esperienze che ho fatto. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno fatto parte di questa avventura.