Di Chiara Rivieccio.

Forse vi starete chiedendo di chi parlo. Parlo proprio di noi, noi di TVGNEWS, noi che da un anno vi teniamo compagnia con i nostri articoli.

Al principio un gruppo assolutamente eterogeneo, tanto da sembrare, più che un gruppo vero e proprio, un insieme caotico di persone che per caso si erano ritrovate tutte nella stessa aula universitaria. 

Ma che poi, sotto la sapiente guida del nostro professore, Marco Palma, abile direttore d’orchestra, sono diventate un gruppo unito, una grande famiglia di aspiranti giornalisti.

E come ogni famiglia che si rispetti abbiamo condiviso gioie, dolori, successi, delusioni e, senza alcun dubbio, siamo cresciuti.

Una grande crescita sicuramente professionale, trasformati dal nostro direttore da traballanti autori di temi scolastici, in studenti in grado di scrivere un articolo giornalistico degno di questo nome. Ma non è stato solamente questo: ogni articolo è stata l’occasione per riflettere su temi importanti, guardarci dentro, conoscere meglio noi stessi e poi, una volta in aula, confrontarci con gli altri, portando ciascuno un po’ di se, delle sue esperienze e del suo vissuto.

Un viaggio che ora è volto al termine, ma che, come ogni viaggio che si rispetti, ci ha lasciato tanto, un bagaglio che ci porteremo dietro per tutta la vita. Il senso di responsabilitá delle scadenze da rispettare, l’impegno costante di migliorarsi giorno dopo giorno seguendo i consigli e accettando le critiche. L’amore per questa professione trasmesso con passione da chi ha dedicato la sua vita a questo lavoro e lo vive “sul campo” ogni giorno.

Un anno di titoli sbagliati, di attacchi delll’articolo troppo noiosi e  che non colpivano nel segno. L’esperienza della rassegna stampa, registrata a volte dopo decine di tentativi nei quali l’intonazione era errata, la scelta delle notizie non corretta, o semplicemente l’emozione giocava brutti scherzi. La prima video inchiesta, la scelta delle inquadrature per evitare il mal di mare agli spettatori, la scelta di farsi riprendere in primo piano “mettendoci la faccia”, che come ha sempre detto il professore, è requisito fondamentale per ogni giornalista che si rispetti. Un anno di critiche sempre costruttive, di rimproveri meritati e di consigli sinceri.

E per la prima volta la possibilitá di “vivere” questo lavoro in prima persona, non più solamente un qualcosa di lontano e teorico, ma qualcosa in cui mettersi in gioco in prima persona, con la soddisfazione di vedere i propri articoli pubblicati ed esposti a critiche e complimenti.

Quindi grazie al professore, alle due assistenti, e a tutti i compagni di viaggio con i quali abbiamo condiviso questa avventura.

Sperando che non sia del tutto conclusa, ma che il futuro ci riservi la possibilitá di dare un seguito a questa esperienza e questo sia soltanto un arrivederci.