Di Esther Perez e Gonzalo Bosch. VALENCIA. La Spagna è un paese di emigranti dove i giovani fuggono a lavorare in Gran Bretagna perché qui non c’è lavoro. Dove durante la guerra civile milioni di persone sono fuggite dal paese per chiedere asilo. Dove sappiamo che in futuro ci saranno più migrazioni a causa del cambiamento climatico. Le migrazioni non sono un fenomeno recente. Non sono un fenomeno eccezionale.Il semplice fatto di essere nato in un continente non può fare che una persona sia privata dei suoi diritti essenziali, come il diritto di vivere.
Domenica scorsa si sono svolte in Spagna le seconde elezioni: molte le cose che devono essere analizzate.
Prima, il Partito Socialista spagnolo è tornato a vincere come ha fatto per le elezioni di aprile di questo stesso anno con 120 seggi. Come in aprile , questo partito non è arrivato alla maggioranza assoluta (piú da 176 seggi) per governare da solo. Per questo ha fatto un accordo con il partito di sinistra Unidas Podemos, che ha ottenuto 35 seggi, per formare un governo insieme. Ma c’ da sottolineare che l’ultradestra, VOX, è cresciuto fine 52 seggi, una dimostrazione che il suo discorso populista sta convincendo il popolo spagnolo. Nelle precedenti elezioni ha ottenuto 24 seggi.
Questa promocione ha indebolito al partito di centro destra Ciudadanos, che ha perso i 57 seggi rispetto ad aprile ottenendo 10 seggi. Con questi risultati, il presidente di Ciudadanos Albert Rivera è dimesso delle sue funzione come deputato spagnolo. Come capo dell’opposizione sarà il PP, partito di destra, che ha aumentato dalle 66 seggi .
In conclusione, abbiamo una Spagna divisa in cui l’estrema destra è sempre più potente, purtroppo la politica della destra è quella di criminalizzare chi la pensa diversamente anche usando la violenza. Bisogna lottare contra le voci xenofobe. O finirà per formarsi un mare pieno di spine.