Di Cecilia Cerasaro. Sono giovani, sono di sinistra e determinati a non lasciare che il sovranismo di Salvini conquisti la loro Emilia-Romagna alle prossime elezioni regionali e poi l’Italia. La pagina Facebook delle 6000 sardine, che in questi giorni è stata in grado di riunire l’opposizione al leader leghista a Bologna e a Modena, è stata fondata da quattro trentenni.
Non è la prima volta che dei ragazzi si muovono all’attacco della Bestia, il mostruoso impianto di comunicazione messo in piedi dal leader leghista. Quest’anno abbiamo visto i cartelli esposti in tutta Italia nei luoghi dei suoi comizi, fatti rimuovere il più delle volte dalla Digos. Poi è stata la volta delle storie di Instagram che l’ex ministro dell’interno pensava di concedere a dei fan e nelle quali si ritrovava ad essere preso in giro.
Ma se anche qui Salvini se l’era cavata, non sembra essere in grado di rispondere al fenomeno dei flash mob che sono in programma ormai in tutta Italia. L’ex ministro ha dovuto annullare il suo raduno di Bologna per non far sfigurare il suo evento di fronte a quello molto più grande messo in piedi dall’opposizione.
Ci sono degli elementi che devono far riflettere, primo fra tutti quello dell’uso dei social. Abbiamo assistito in questi anni al predominio dei nuovi mezzi di comunicazione della destra mondiale, che si è fatta ogni giorno più estremista anche ascoltando, tramite la cassa di risonanza della rete, le istanze più basse dei suoi elettori e amplificandole in seguito. La risposta di molti politici e intellettuali di centro sinistra, soprattutto quelli non in grado di adattarsi per età al fenomeno, è stata la condanna del mezzo di comunicazione e non il contenuto.
Se nel Novecento le rivendicazioni politiche si diffondevano tramite sistemi ideologici, totalizzanti e deleteri, il ventunesimo secolo sembra quello del marketing politico e delle emozioni. Né un miglioramento né un peggioramento, ma se la sinistra vuole essere più competitiva è ora di adattarsi ai tempi, di capire che temi stanno a cuore alle persone anche con l’aiuto dei social e di parlarne nel modo più accattivante possibile per creare comunità
Per rendere tutto questo possibile servivano le nuove leve, i giovani, coloro che sono in grado di muoversi in questo nuovo mondo digitale. E così le Sardine rispondono alla gravità della rabbia e della paura generate da Salvini nel suo elettorato con l’ironia sferzante, la critica e leggerezza che più si addice loro.
Ma c’è di più. Le Sardine anti-Salvini raccolgono consensi anche perché sono apartitiche, non sono legate ad una sola realtà politica ma riuniscono tutti coloro che si riconoscono nell’antifascismo e nella tolleranza. Dunque vanno in direzione opposta rispetto alla progressiva frammentazione della sinistra italiana di fronte all’avanzamento degli avversari. Inoltre non bisogna dimenticare che queste sono le prime piazze popolate da elettori, PD e M5s, che sostengano i candidati dell’alleanza di governo dalla sua formazione.
Sardine anti-Salvini: se la sinistra scopre l’ironia l’Italia non si Lega