Di Fabiola Capone Braga. Sono passati più di quattro mesi dall’avvio delle proteste ad Hong Kong, e non sembrano essere cessate.
Dopo che la polizia ha arrestato, in questi mesi, più di quattromila persone, tra studenti e non, gli ultimi manifestanti sembrano non volersi arrendere.
Sono rimasti in poco più di quattrocento, e sembrano decisi a continuare a manifestare.
Per sfuggire alle forze dell’ordine, gli studenti rimasti, hanno deciso di rifugiarsi all’interno del campus del Politecnico.
I ragazzi erano in attesa di una risposta definitiva da parte delle forze dell’ordine, mentre puntavano gli occhi alle elezioni del ventiquattro novembre e all’esercito cinese di stanza al confine.
Ma esattamente cosa è successo?
Gli ultimi manifestanti rimasti hanno deciso di non volersi arrendere alle forze dell’ordine e di non smettere di protestare per quella legge sull’estradizione che violerebbe in modo plateale i diritti di Hong Kong.
Essa è territorialmente interna alla Cina, ma è istituzionalmente indipendente. Hong Kong ha infatti una propria moneta, sistema politico e giudiziario. Tutto questo però non ha fermato Pechino nel voler emendare la legge sull’estradizione, ritirata poi il ventiquattro ottobre.
Ai manifestanti però sembra non basti il solo ritiro della legge, ma hanno chiesto anche la formazione di una commissione indipendente di inchiesta per le violenze subite dalla polizia; il suffragio universale; la liberazione e l’amnistia per coloro che sono stati arrestati e l’eliminazione del termine “rivoltosi”.
La Cina, attenta e preoccupata, ha reagito mandando soldati al confine con la regione, e facendo scendere in strada l’esercito. Un paio di settimane fa, infatti alcuni soldati vesti con abiti civili sono andati ad aiutare a pulire le strade.
Sembra che il presidente cinese Xi Jinping abbia intenzione di far dimettere la governatrice di Hong Kong Carrie Lam.
Pechino, ha auspicato in un rinvio delle elezioni del ventiquattro novembre, e così è stato, a causa degli scontri. Speravano nel rinvio, in quanto queste elezioni servivano proprio ad eleggere i 452 membri dei diciotto consigli distrettuali di Hong Kong.
In queste elezioni il sostegno dei manifestanti sembrava essere di vitale importanza; ma non solo, in quanto esse servivano a tastare il terreno sul tema dell’autonomia.
Honk Kong: la stuazione