Di Daiana  Cestra. Questa settimana TVGNEWS pomuove l’uscita di questi film molto diversi fra loro.

L’inganno perfetto
Roy e Betty,  si incontrano grazie a un sito di appuntamenti per la terza età. Tra i due scatta immediatamente un’intesa, che li porta a confessare l’uno all’altra di aver fatto ricorso a qualche bugia. Ma ad essere svelata è solo la punta di un iceberg: Roy vive infatti di raggiri e truffe ai danni di facoltosi e sprovveduti investitori e non rivela niente di tutto questo a Betty. Anzi, continua a mentirle sistematicamente per potersi avvicinare ulteriormente a lei. Condon si affida infatti nuovamente a Ian McKellen per ritornare sui temi che caratterizzavano il suo film migliore, Demoni e dei: un passato inquietante e impossibile da cancellare e il confronto tra generazioni differenti, con la natura machiavellica – sotto l’apparente fragilità – degli anziani che si scontra con quella pragmatica ed elementare dei giovani. A volte L’inganno perfetto sembra quasi una sintesi tra questo film e un altro caposaldo della carriera di McKellen,  L’intento è quello di estendere l’inganno e l’esistenza di doppie o triple verità dal piano diegetico a quello dello spettatore ignaro, guidato per la prima mezzora sui binari di una sorta di romcom della terza età e in seguito sballottato tra generi inaspettati e svolte traumatiche. L’inganno perfetto diviene così un thriller con una curiosa radice nella storia del Novecento, anziché una commedia o un mélo, generi cinematografici che lo stereotipo vorrebbe abbinati inevitabilmente alla senilità di attori e pubblico .

Midway
Attaccati a sorpresa dagli aerei giapponesi a Pearl Harbor, gli americani sono in ginocchio ma determinati a reagire. A capo di quello che resta della gloriosa flotta navale americana, l’ammiraglio Chester Nimitz prepara una trappola nell’atollo di Midway. A supportarlo l’Intelligence e l’orgoglio dei suoi uomini decisi a vendicare i caduti di Pearl Harbor. Dal versante orientale intanto, armati di potenza tecnologica e di una fiducia incrollabile nella vittoria, i giapponesi avanzano verso la battaglia chiave della guerra nel Pacifico. Gli americani avranno la meglio sui giapponesi nel giugno del 1942 ma la guerra è appena cominciata. Per gli americani si tratterà di combattere fino alla resa incondizionata del nemico, per i giapponesi di non considerare mai la resa un’opzione onorevole.

Parasite
Ki-woo vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada. La presenza dei genitori, Ki-taek e Chung-sook, e della sorella Ki-jung rende le condizioni abitative difficoltose, ma l’affetto familiare li unisce nonostante tutto. Insieme si prodigano in lavoretti umili per sbarcare il lunario, senza una vera e propria strategia ma sempre con orgoglio e una punta di furbizia. La svolta arriva con un amico di Ki-woo, che offre al ragazzo l’opportunità di sostituirlo come insegnante d’inglese per la figlia di una famiglia ricca: il lavoro è ben pagato, e la villa del signor Park, dirigente di un’azienda informatica, è un capolavoro architettonico. Ki-woo ne è talmente entusiasta che, parlando con la signora Park dei disegni del figlio più piccolo, intravede un’opportunità da cogliere al volo, creando un’identità segreta per la sorella Ki-jung come insegnante di educazione artistica e insinuandosi ancor più in profondità nella vita degli ignari sconosciuti. Le due case – letteralmente – raccontano la storia, con gli eventi sempre più tesi e rocamboleschi che vengono incorniciati da due finestre, ognuna con quattro pannelli. La prima è una minuscola apertura ribassata su un vicolo, che lascia entrare rumori, disturbi e disinfestazioni nel salotto dei protagonisti, già impegnati a contorcersi nelle poche stanze disponibili alla ricerca di una connessione WiFi priva di password nei paraggi. La seconda è una gigantesca vetrata a parete nella villa dei Park, che “inquadra” l’ampio giardino teatro di un climax a orologeria, e invita lo sguardo esterno, d’invidia e di indagine.

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