Di Fulvio Alviti. Roma in fondo alla classifica europea per vivibilità. Le città italiane non sono più ‘a misura di cittadino’.
“Un disagio economico, sociale, amministrativo”, con città che perdono qualità, giovani che non trovano occupazione e non riescono ad affrancarsi dalle famiglie. Con la vivibilità ai minimi storici e Roma, Napoli e Palermo fanalini di coda in Europa; a Roma solo 9 abitanti su 100 sono soddisfatti della pulizia. A Roma, la Capitale d’Italia, potrebbe essere condannata a rimanere sommersa dai rifiuti addirittura fino a Natale. Il nuovo cda di Ama, l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nella Capitale, non ha lasciato spazio alla speranza; nessuna ‘svolta’ fino ad inverno inoltrato. L’immobilismo della giunta Raggi sul fronte rifiuti, negli ormai tre anni di regno grillino sulla Capitale, hanno condannato Roma all’ennesimo scempio della sua immagine. Stavolta con annessa emergenza sanitaria, ormai conclamata, anche se dal Campidoglio, la sindaca, mentre i cumuli di rifiuti crescono, urla al complotto, parla di “crisi stabilita a tavolino”, e scrive al presidente del Consiglio Conte dicendosi “disposta ad adottare tutti gli atti di mia competenza anche straordinaria per assicurare la regolarità del servizio”.
Roma è sull’orlo del baratro e ora se ne rendono conto anche in Comune, dove fino a ieri veniva negata ogni emergenza. La raccolta della “monnezza” non funziona da mesi praticamente ovunque e i cassonetti sono considerati oggetto di interesse dai turisti che fotografano questa vergogna nazionale come parte integrante del panorama;
Ovunque, dal centro alla periferia, i cumuli di immondizia svettano da cassonetti stracolmi infilati sopra marciapiedi luridi, gabbiani che banchettano sereni, topi e piccioni a fare lo slalom tra i sacchetti laceri che la notte diventano anche preda di cinghiali, volpi e altra fauna che a Roma, almeno in centro, non si era mai vista prima. Il fetore, poi, è insopportabile e si vedono i turisti che coprono la bocca dei bambini nei passeggini per non fargli respirare un’aria evidentemente malsana per tutti, figurarsi per loro. E in pieno centro, a due passi da Montecitorio, ieri si camminava a fatica nelle stradine ormai ostruite dai sacchetti abbandonati ovunque.