Di Stefano Ianieri.Da moltissimi anni si è affrontato il discorso delle discariche a Roma e del giro d’affari milionario, 11 milioni di euro che al netto delle spese, rimangono puliti 3 milioni l’anno, una storia che continua, anche dopo la chiusura definitiva della discarica di Malagrotta, che ancora oggi si attende una bonifica ambientale.
Il meccanismo della speculazione dei rifiuti ancora continua senza sosta. I rifiuti di Roma e del sud Italia vengono trasportati nel Nord del nostro paese, da Roma ogni notte partono tre convogli merci, che giungono destinazioni del Friuli, dove nella zona del Comune di Pordenone, che gestisce 350.000 tonnellate l’anno, con una società controllata da privati della “Bioman Spa” che ha chiuso il suo bilancio nel 2015 in positivo, con un valore della produzione 35 milioni di euro ed un utile di 4,5 milioni di euro.
Nello stesso mercato si è attivata la Sesa di Padova, attraverso la partecipata azionaria della Finam Spa dove quest’ultima è controllata al 51% dal Comune di Este.
Il suo valore di produzione raggiunge gli 89 milioni di euro con un utile di 7,8 milioni.
La Sesa di Padova gestisce 400.000 tonnellate di rifiuti, dove 100.000 tonnellate arrivano dalla Campania.
La stessa situazione si ripete con i termovalorizzatori, che vengono inceneriti, sia gli indifferenziati e anche quelli secchi provenienti dai “Tmb” (trattamento meccanico- biologico) che separano l’umido mandando in discarica il secco che finisce nei termovalorizzatori.
Una indagine dell’ISTRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ha calcolato nel 2015 che sono stati trattati 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti.
Questi rifiuti, 3 milioni hanno avuto il loro trattamento nel nord Italia in Lombardia ed Emilia Romagna, con 13 termovalorizzatori in Lombardia e 8 in Emilia Romagna, dove i rifiuti giungono dal Lazio circa 300.000 tonnellate annue.
Tra Lazio e Campania pagano per spedire la loro immondizia 120 milioni l’anno, nonostante che il più grande termovalorizzatore sia ad Acerra in Campania.
L’impianto di Acerra che incenerisce 714.000 tonnellate annue, con un ricavo di 80 milioni di euro, denari che finiscono in parte al nord Italia, perché l’impianto è stato dato in gestione dalla Regione Campania ai Comuni di Milano al 50% e di Brescia al 50%.
Il paradosso è che sono i cittadini italiani a pagare tramite le tasse i rifiuti, in altri paesi come la Germania e Olanda, visto che i rifiuti sono una risorsa produttiva ed economica, sono le aziende di smaltimento che pagano allo Stato i rifiuti trattati.
Ogni cittadino del Lazio paga 251 Euro per lo smaltimento dei loro rifiuti, contro un nord che paga molto meno 154 euro in Lombardia.
Come si può notare esiste una complicità politica, che ancora oggi è alla ricerca disperata dove andare a depositare i rifiuti, invece di creare i propri termovalorizzatori e sfruttando le proprie risorse traendone vantaggio per i propri cittadini, invece, come succede nella realtà di far arricchire le Società del nord a spesa dei cittadini del Lazio ed altre Regioni del sud Italia.
Ultimo esempio nel Lazio e nel Comune di Roma, la Sindaca Virginia Raggi con il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, nonostante il parere negativo dei tecnici, insistevano a creare punti di discarica, pensando ad una possibile soluzione nella zona di Malagrotta e precisamente in Valle Galeria, dove la rabbia dei cittadini si è dimostrata creando un loro Comitato, con una manifestazione, con la partecipazione molte centinaia di abitanti della zona, protestando contro la discarica, contro le possibili problematiche di salute, visto che la zona è stata già pesantemente sfruttata negli anni passati, e insistendo sul mancato sfruttamento dei rifiuti che i cittadini del Lazio potrebbero ricevere se indirizzati in maniera diversa.
Roma inquinata tra politica e discarica