Di Cecilia Cerasaro. Il centrosinistra ha potuto tirare un sospiro di sollievo, quando alla fine i risultati delle elezioni regionali hanno confermato le previsioni.
Il risultato in Emilia Romagna deve essere stato consolante per Zingaretti. Nella regione dove la vittoria del centrosinistra era incerta e basata, nei pronostici, su pochi punti percentuali, il candidato PD Bonaccini ha superato dell’8% la candidata leghista Borgonzoni. Sebbene in questo trionfo abbia giocato un ruolo importante la fiducia personale che Bonaccini, governatore uscente, si è conquistato in questi anni nella regione, nonché al sostegno sostanziale accordatogli del neonato movimento delle sardine, il risultato in Emilia Romagna sembra restituire un po’ di legittimità del governo gialloverde.
Inoltre la vittoria così importante per il candidato in questa regione è dovuta per lo più ai voti acquisiti dagli ex elettori del Movimento Cinque Stelle, che sembrano essersi spostati a sinistra. I pentastellati hanno infatti subito una sconfitta clamorosa sia con Benini, in Emilia Romagna, che si è fermato al 5%, sia con Aiello che in Calabria con il suo 7.5% non supera la soglia di sbarramento. Questo consegna alle forze di sinistra al governo un potere contrattuale maggiore e, se Zingaretti saprà tenere il punto, nei prossimi mesi l’esecutivo potrebbe seguire le linee guida e gli obbiettivi dei Dem. Infatti, sebbene dopo le precedenti politiche, i Cinque Stelle siano ancora il partito con più seggi alla Camera e al Senato, è chiaro che i cittadini sono insoddisfatti del loro operato e sono pronti a sconfessarli da un momento all’altro.
Questo scenario parte dal presupposto, in realtà non scontato e anzi forse improbabile, che il governo non cada prima di riuscire a portare a termine un qualsiasi obiettivo. Tuttavia se da questa tornata elettorale ci si aspettava una risposta sul futuro del Governo, la risposta non è arrivata. Di fronte la debacle del Movimento Cinque Stelle e il risultato deludente della Lega in entrambe le regioni, nemmeno il PD sembra ricavare certezze dalle urne.
Callipo, il candidato della lista civica sostenuta dal Partito Democratico, è stato, senza grandi sorprese, sconfitto in Calabria, fermandosi al 30%. Quello che forse non ci si aspettava è che la candidata forzista Santelli, appoggiata da tutto il centrodestra, lo distaccasse di 25 punti percentuali. Lo stesso Callipo afferma: “I calabresi hanno scelto il centrodestra. Hanno scelto una forza conservatrice. Non hanno voluto e non hanno creduto nella rivoluzione che avevamo annunciato, che volevo fare. Non hanno creduto nel cambiamento.” E con un centrodestra senza dubbio ancora fortissimo al livello nazionale nemmeno al PD in questo momento converrebbe far cadere il governo per andare a elezioni anticipate.
In conclusione le regionali hanno restituito una fotografia di un panorama politico italiano sempre più instabile che mai.
Regionali, il sollievo della sinistra e il crollo dei Cinque Stelle