Di Rachele Masi. Sono passati due mesi dai primi allarmi partiti dalla Cina, e il Corona virus continua a seminare ansia ed angoscia.
Gli abitanti della Cina sono costretti ad uscire con una mascherina sulla bocca, così da evitare un eventuale contagio.
Recentemente, in Italia vi sono stati alcuni casi di persone contagiate, tra cui una donna incinta di otto mesi, fortunatamente guarita.
Ciò porta alla crescita dello sbigottimento degli italiani, al punto di evitare i luoghi frequentati dai cinesi; ristoranti sempre più vuoti, negozi ogni giorno deserti, e nel frattempo, i corrispondenti lavoratori non riescono a guadagnare abbastanza da vivere; questo perché cresce la paura di venire contagiati, come se il Corona virus fosse l’ unica malattia infettiva esistente.
Secondo alcuni, il continuo isolamento da parte della popolazione italiana nei confronti delle varie comunità cinesi, viene interpretato come una forma di razzismo, che però veste i panni di un’ atto per la sicurezza e la salvaguardia individuale.
Inevitabile, però, è citare il fatto che nei mercati cinesi, spesso, vengono venduti serpenti e pipistrelli, che pare siano stati proprio quelli ad aver dato origine al virus; altre tesi parlano di una creazione del virus in laboratorio, forse, per arrestare la crescita dell’ economia cinese.
Momentaneamente, non si ha alcuna certezza su quale delle due ipotesi relative l’ origine del Corona virus, sia quella giusta.
Tra l’ altro, nel gennaio 2020, in Italia furono bloccate e sequestrate 10 tonnellate di carne di maiale proveniente dalla Cina, infette da “peste suina africana”.
Molti, invece, giustificano questa discriminazione come un atto di prudenza.
Il punto è questo: se esistono, come ben sappiamo, altri tipi di malattie infettive ancor più pericolose del Coronavirus, come mai siamo concentrati a difenderci solo da quest’ ultimo?
Coronavirus 2: Italia razzista o prudente?