Di Laura De Pastena. Il Servizio sanitario nazionale (SSN) è un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale alla distribuzione delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione.

La domanda che ci poniamo è:  tutti i cittadini sono uguali e trattati per l’assistenza sanitaria nello stesso identico modo?

I principi fondamentali su cui si basa il SSN dalla sua istituzione sono:

  • l’universalità: significa l’estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione;
  • l’uguaglianza: i cittadini devono accedere alle prestazioni del SSN senza nessuna distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche. Ai cittadini, che non appartengono a categorie esenti, è richiesto il pagamento di un ticket che varia per ogni singola prestazione prevista dai LEA (livelli essenziali di assistenza);
  • l’equità: a tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute.

A questa domanda purtroppo, dobbiamo dare una risposta negativa. Non sempre vengono rispettate le persone che hanno dei disturbi o malattie, e non sempre vengono date loro delle giuste cure e attenzioni.

Sul territorio della provincia di Frosinone esiste una popolazione significativa, che necessita di particolare attenzione, cure e posti letto. Ad oggi, Frosinone riporta la percentuale più alta di mortalità standardizzata per insufficienza renale cronica di tutte le altre ASL del Lazio, superiore anche alla mortalità media regionale. Per prenotare una visita presso la Asl di Frosinone bisogna essere fortunati, e non si fanno sconti a nessuno. Anche se il paziente ha una patologia grave e necessita di controlli entro un numero limitato di giorni, l’appuntamento verrà dato mesi, se non anni dopo. Questo accade perché le liste di attesa per visite ed esami sono sempre più lunghe, a danno come sempre dei cittadini meno abbienti , i quali non possono permettersi cure e controlli ricorrendo alla sanità privata.

In un periodo in cui si fatica ad arrivare a fine mese, vuoi per mancanza di lavoro, precarietà dello stesso, redditi minimi e pensioni basse, almeno il diritto a curarsi , come già sancito a livello costituzionale, deve essere garantito, per ogni fascia di età e reddito. Ma, purtroppo, non è sempre garantito e possibile. Sta a dimostrarlo lo stop messo all’assistenza per cardiopatici over 70. I pazienti cardiopatici cronici del capoluogo che hanno bisogno dei periodici controlli sanitari o mettono mano al portafoglio oppure rinunciano all’assistenza. A questo stop insorge l’UGL (unione generale del lavoro) sanità che vuole resettare questo modo di fare della sanità e ripartire con la convinzione che il servizio nasce per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini e non altro.

Nella provincia, per assicurare assistenza domiciliare ad anziani e disabili, c’è un aumento delle tariffe per i cittadini. Attualmente è prevista una quota di compartecipazione alle spese da parte dei cittadini che necessitano del servizio di assistenza, mentre il resto delle risorse è coperto dal Comune. Con l’ultima delibera approvata dalla Giunta Ottaviani i costi che ricadono sui portafogli delle famiglie aumentano in maniera significativa.

Qualche nota positiva l’ abbiamo sullo stanziamento di fondi per l’assistenza domiciliare per 150 famiglie, riducendo qualche spesa dell’amministrazione comunale, per acquisto di beni e servizi, ritenuti non assolutamente indispensabili, allo scopo di trovare la copertura finanziaria per garantire l’assistenza. Un’altra nota positiva l’abbiamo sull’assunzione, prossima, di 57 infermieri. L’arrivo del nuovo personale sanitario potrà garantire servizi di cura migliori per i cittadini ciociari.

 

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Cultura