Di Mattia Carpentieri. La criminalità organizzata è un fenomeno che fa parte della nostra realtà. Non è frutto dell’immaginazione della società come molti vogliono farci credere, in particolare a riguardo delle organizzazioni a stampo mafioso. Quante volte molti esponenti della classe politica hanno riferito in pubblico che non ci sono organizzazioni mafiose, ma al massimo si tratta di “bande di delinquenti”.  Agendo in questo modo l’”èlite” italiana sta spianando la strada a questi malviventi e sta illudendo il popolo, anche se fortunatamente la maggior parte degli italiani ragiona razionalmente e si rende conto di quale sia la realtà dei fatti.

Si ritengono gravissime alcune dichiarazioni pubbliche che sminuiscono, indecentemente, il fenomeno mafioso, quasi descrivendolo come fosse una ragazzata. Dire che è pericoloso è riduttivo, perché così facendo si alimenta la cultura, se così può essere definita, dell’omertà. Allo stesso tempo viene legittimato il sonno profondo della classe politica e delle forze dell’ordine. Le conseguenze sono pesanti e a lungo termine, poiché viene meno il doveroso intervento per contrastare la mafia, uno dei malanni dell’intera nazione.

Piuttosto si preferisce udire parole annuncianti guerra aperta e senza quartiere alla criminalità, di qualsiasi tipo essa sia, fino a debellare il fenomeno, purtroppo ancora interdetto su molti quotidiani. Quello che ci si chiede è se questo ragionamento non sia altro che un’utopia, la semplice e infantile convinzione che saranno “i buoni e i giusti” ad averla vinta.

Come logico che sia, è fondamentale che la risposta al problema venga innanzitutto dalle istituzioni e dalla classe dirigente. Prima di tutto devono scardinare un sistema di potere clientelare in cui è facile incunearsi e di conseguenza risulta facilmente penetrabile anche per le organizzazioni mafiose, alle quali di certo non sfugge un’opportunità del genere. Ma soprattutto i rispettabili signori e signore al governo dovrebbero, in primis, prendersi cura di coloro che sono vittime e succubi della mafia, piuttosto che curarsi del loro conto in banca.

Far sentire le istituzioni vicine ai cittadini è essenziale per permettere la mobilitazione e la denuncia sociale, a loro volta essenziali per debellare il fenomeno e creare anticorpi nella società civile stessa. Essere uniti, razionali e informati è l’unico modo di combattere e, soprattutto, battere le organizzazioni mafiose.

Si invita perciò ogni esponente della classe politica italiana a rivisitare le proprie dichiarazioni e dichiarare guerra alla mafia.