Di Elisa Fralleoni. L’allarme coronavirus ha provocato un’isteria collettiva, nonché una disinformazione molto più contagiosa dello stesso covid19. La notizia di un’epidemia mondiale è arrivata anche nelle carceri italiane, dove sono divampate vere e proprie proteste. Prigionieri sopra i tetti dei penitenziari, i parenti accorsi in strada, all’esterno delle prigioni, comportando dei blocchi stradali, incendi all’interno delle strutture carcerarie, assassinii nelle celle. Improvvisamente ci ritroviamo catapultati nel 1969 quando i detenuti protestavano per il sovrappopolamento nelle celle.
Ma da cosa è scaturito questa rivolta nelle carceri? La sospensione delle visite e le restrizioni dovute all’emergenza coronavirus avrebbero fatto infuocare gli animi dei reclusi, portandoli ad effettuare azioni vandaliche contro le stesse guardie penitenziarie. Milano, Foggia, Napoli, Frosinone, Roma e Palermo, tutte città “contagiate” da questa rivolta ad effetto domino.
In un momento così tragico, dove il nostro Paese, affrontando un momento così drammatico della storia italiana, si trova a dover attuare manovre contenitive contro il coronavirus, è costretta a dividere le proprie energie, nonché personale pubblico, per estinguere le rivolte nelle carceri. Oltre a cercare soluzioni per risollevare il Paese da questa emergenza sanitaria deve pensare anche ai prigionieri che, invece di sentirsi rassicurati, almeno per una volta, da quelle sbarre che creano una barriera invisibile tra loro e il virus, pensano bene di escogitare un espediente per tentare la fuga (un tentativo purtroppo riuscito in diversi penitenziari).
Assume un tono quasi tragicomico questa vicenda: scappare dalle carceri per sfuggire al virus. Un agente patogeno che rischiano di prendere più stando fuori che dentro la prigione. Ognuno di noi sta facendo il proprio meglio per rimanere in casa cercando di contenere il numero dei contagiati, I detenuti dovrebbero fare lo stesso, restando nelle proprie celle, senza creare allarmismi inutili.
Scappare non è la soluzione, tentare una rivolta significa non aver imparato nulla dagli errori che si è commesso precedentemente. Ora più che mai si chiede di usare la coscienza. Sfruttare questa emergenza sanitaria per i propri scopi è un atto vile, che non fa bene alla società.