Di Alessio Rotondo. Durante l’epidemia da coronavirus, l’incertezza delle notizie e la diffusione di fake news, diventano l’elemento più destabilizzante dell’intera situazione di emergenza. Accendendo le tv sentiamo esperti e presunti tali che espongono le loro teorie, consigliando rima di stare tranquilli facendo la solita vita, poi di autoimporsi la quarantena. In un Paese dove parlano tutti, la disinformazione diventa dilagante ed inonda la mente delle persone, che non riescono a scindere il vero dal verosimile e dal falso.
In una cornice così poco instabile, la politica inserisce la sua quota di parole all’interno del sistema, ma questa volta sembra essere molto più utile anche se nessuno le presta attenzione. Conte, Di Maio, Salvini, Meloni, Berlusconi, tutti hanno detto di rimanere a casa perché le misure contro il virus attualmente, possono essere solo quelle restrittive. Nonostante l’appello spasmodico della politica, della scienza e di tutti gli esperti in campo, la gran massa del popolo non riesce ad ascoltare attentamente le parole, prendendo quasi come utopistico, l’idea di un loro personale contagio. Per smuovere gli animi del popolo sono serviti cantanti, calciatori, attori, influencer di ogni genere che dai loro lussuosi appartamenti predicavano contro il popolo medio che girava ancora (e continua a farlo) per le strade dell’Italia. Incredibile ma vero, a questi appelli surreali di chi vive giornalmente come se fosse in una vacanza estiva, il popolo si è destato, ha riscoperto l’importanza di essere fondamentale per l’altro, la necessità di essere altruisti in momenti come questi. La politica, che deve attuare misure per salvare il paese, (sia sotto l’aspetto economico che sotto l’aspetto di salute) non viene mai ascolta, come attori di una fiction alle 3 di notte. Non vengono degnati di ascolto, non ricevono solidarietà in nessun campo, nonostante la loro attività che necessariamente deve essere minuziosa ma pieno di coraggio e ricca di scelte decise.

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