Di Susanna Cacciani. Un tacco dodici, una scollatura o un atteggiamento provocante non può e non deve definire il potere esercitato da una donna. In una società prevalentemente maschilista, che talvolta ci impone dei canoni estetici troppo rigidi, i rapporti tra il genere maschile e quello femminile all’interno della società, ma anche della semplice quotidianità, si basano esclusivamente sul piano economico e su quello sessuale, ma questi due aspetti non possono che essere collegati tra di loro. E’ innegabile che al giorno d’oggi, sia gli uomini che le donne, a diverso titolo, siano “attratti” da una donna che è in grado di mostrarsi attraverso atteggiamenti provocanti e abiti che mettano in risalto le proprie forme: Perché? Perché semplicemente in quelle che oggi vengono definite le “dark lady” ritroviamo quell’ideale di donna forte e vincente e se da una parte gli uomini sono inevitabilmente attratti da questo genere di donna, dall’altra lo stesso genere femminile fa di essa un modello di riferimento da imitare per raggiungere i suoi stessi obiettivi.

Probabilmente è dietro tali motivi che si cela la definizione di “donna oggetto”, una donna che diventa strumento delle agenzie di comunicazione, per incrementare l’acquisto dei prodotti da loro pubblicizzati attraverso i diversi canali di comunicazione come riviste, social media o spot pubblicitari ed è qui che lo stretto legame economico-sessuale fa la sua comparsa.

Potrebbe sembrare un luogo comune o una di quelle cosiddette “frasi fatte”, ma tutti almeno una volta si sono sentiti dire: “Non conta solo la bellezza esteriore”, ma è realmente così?

Oggi le donne che sanno mettere in luce il loro lato più femminile, senza alcun tipo di timidezza, forse perchè aiutate da una bellezza “naturale”, sono poi quelle che riescono ad arrivare più in alto nella scalata sociale. Ma la verità è che proprio nell’ombra di queste donne considerate vincenti, che si trovano le vere vincitrici, coloro le quali non hanno bisogno di un tacco dodici per mettere in risalto la loro bellezza, poiché essa dipende esclusivamente dalla loro intelligenza e dalla loro sensibilità.

Ma allora perché queste donne non emergono, vi chiederete? Semplice, non rispecchiano l’ideale di donna che il mondo si aspetta o forse a causa del loro carattere timido ed introverso, che molto spesso riesce a vincere sulla loro capacità di mostrarsi per quelle che realmente sono. Tali fattori fanno sì che esse vengano emarginate, messe agli angoli dalle società, che in realtà teme queste donne, poiché non hanno come arma la seduzione, ma l’intelligenza, la quale silenziosamente mette allo scoperto le debolezze e le fragilità di una società che ci vorrebbe tutte uguali. Queste donne timide, che realmente sanno provare dei  sentimenti, devono solo imparare ad uscire dall’ombra, a dar voce alle loro idee,  senza temere il confronto, sotto ogni aspetto della loro vita, da quello lavorativo a quello sportivo, o più comunemente all’interno della comunità scolastica dove vengono additate con la banale definizione di “secchione”.

Esse hanno il potere di ribaltare le cose, annullando lo stereotipo che debbano esistere due categorie di donne quelle che vincono e quelle che invece vengono vinte, introducendo all’interno della quotidianità più libertà, libertà di essere se stesse senza aver bisogno di soddisfare degli standard, senza il timore di essere oscurate o di mettere in luce le proprie potenzialità, libertà di essere semplicemente Donne.

 

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