Di Federico Manzi. Il mondo del calcio è ripartito. I calciatori sono tornati in campo regolarmente disputando le gare ufficiali di campionato e coppe europee, ma con una variante (direi fondamentale) che abbiamo potuto intravedere nelle ultime partite disputate prima del lockdown : gli stadi sono vuoti, con un’apertura parziale (almeno per il momento) di 1000 posti. Rimarranno tali almeno fino a Gennaio 2021 o almeno fino a quando la situazione non migliorerà.

Ma i contagi nelle scorse settimane hanno ricominciato a salire, colpendo anche molti calciatori della Seria A (la squadra più colpita è il Genoa). La lega, d’altro canto, ha stipulato un protocollo ben preciso per far fronte a quest’emergenza: quarantena obbligatoria per i singoli giocatori positivi. Protocollo che sarebbe stato giusto applicare per l’anticipo di sabato scorso Juventus- Napoli, con Zielinski ed Elmas positivi al Covid. La squadra partenopea, però, sottostando al giudizio della ASL di Napoli, non è partita per Torino. La Lega, in seguito alle analisi del Giudice Sportivo, ha deciso per il 3-0 a tavolino in favore della squadra bianconera e un punto di penalizzazione per gli azzurri. Scelta giusta o sarebbe bastato un semplice rinvio? Probabilmente sì perché non è concesso, in una situazione così drammatica che sta affrontando il nostro Paese, penalizzare una squadra (la quale si è solo attenuta alle indicazioni della ASL comunale) e, allo stesso tempo, favorendone un’altra, falsando così un campionato per di sé innaturale.

Ma la cosa più importante è che siamo tornati a vedere calcio: i tifosi, seppur da casa, sono tornati a gioire per le proprie squadre, sperando che si trovi al più presto un vaccino per questo nemico invisibile così che possano tornare ad abbraciarsi per un goal.

 

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