Di Ilaria Furone. Sport, “non vogliamo essere più discriminate, le atlete si ribellano” .Nuoto, pallacanestro, calcio di qualunque sport si parli le atlete sono sempre discriminate.

È di qualche settimana fa un documento firmato da numerose componenti federali e nazionali nel quale vengono presentate le richieste elencate che le donne fanno ai vertici dello sport “ vogliamo essere considerate al pari dei nostri colleghi con i quali condividiamo lo stesso impegno quotidiano _ spiegano le sportive_  Noi ci alleniamo le stesse ore, vinciamo gli stessi premi, ma prendiamo stipendi più bassi. “

Parole chiare che non lasciano spazi a dubbi, le atlete hanno trovato una testiomanial d’eccezione Federica Pellegrini scesa in campo a sostenere la battaglia delle colleghe.  “Ho dovuto vincere due medaglie d’oro  alle olimpiadi, venivo discriminata anche io, la battaglia delle mie colleghe è anche la mia, non si deve vincere per forza per essere rispettate”.

Ancora oggi, nel ventunesimo secolo  siamo sopraffatti da  stereotipi e pregiudizi, i più comuni: le donne che praticano sport sono considerate poco femminili o forse troppo mascoline , sono inferiori e meno capaci degli uomini, sono artefici di uno spettacolo sportivo poco divertente e non degno di grande interesse. Alcuni sport sono violenti (rugby, boxe) e non sono adatti alle atlete, le donne non sono in grado di guidare come pilote in Formula 1 o nelle gare di motorsport. Eliminare le discriminazioni nei confronti delle donne nello sport può essere  un “agire” che deve emergere anche per le generazioni future.

 

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