Di Manlio Sgriccia. Arrivato a Roma come affare di mercato nella lontana Estate  del 2016, a tutti i tifosi sembrava il grande colpo del terzino tanto agognato e atteso. Si rivelò col passare delle giornate essere un giocatore mediocre che alternava alti, come il salvataggio col piede nella partita Roma-Shaktar che permise ai giallorossi di accedere dopo anni ai quarti di Champions League, e bassi più che disastrosi . Il giocatore venne spedito in patria nel 2018 dopo 2 annate da comparsa, prima col San Paolo e poi con lo Sport Recife, collezionando poche brillanti prestazioni. Fino ad arrivare al 2020 dove viene richiamato dai giallorossi. Fonseca lo adopererà molto facendogli collezionare sino ad oggi 19 presenze e ben 3 gol. Il giocatore appena tornato in base a Roma sembra essere rinato, sbalordendo allenatore e tifosi, poi torna ad essere il solito. Un giocatore poco concreto, sicuramente determinato ma non decisivo. Ora c’è da chiedersi, è giusto tenere un giocatore come lui e mandare via uno come Florenzi? Sicuramente il romano non è un giocatore brillante o eccessivamente superiore a Peres, ma da amante delle bandiere la maggioranza del pubblico giallorosso avrebbe preferito tenere uno di casa piuttosto che spendere milioni per prenderne uno.

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