Di Ludovica Lamboglia.  Lunedì scorso, nel laboratorio di redazione giornalistica, del Professor Marco Palma, si è affrontato un tema molto forte: le colpe dei padri ricadono sui figli. È stato trattato questo tema poiché è molto vicino a ciò che accade nella sfera adolescenziale:  purtroppo sono tanti i ragazzi che si ritraggono in episodi di violenza, spesso subita,;che hanno sofferto durante la loro adolescenza, vedendo le proprie madri essere picchiate, implorando: “fermati ti prego!” al marito. Ma sono  anche molte le ragazze seviziate dai propri padri, e questo segnerà per sempre il loro futuro.

Nel dibattito ci si è chiesto come dovrebbe un vero giornalista affrontare e scrivere un articolo dal momento in cui quelle stesse vicende le ha vissute precedentemente sulla propria pelle. Molti dubbi sono affiorati: come può non essere condizionato il giornalista e riuscire nel proprio lavoro senza rovinare l’articolo o come possa rimanere distaccato da un evento simile al suo.

Ma molti studenti hanno proposto il loro punto di vista: possono esserci due mondi paralleli in cui due giornalisti vivono. Nel primo c’è un uomo che  nonostante la sua età matura, è ancora lacerato  da tali vicende e continua a rivivere quegli incubi e rischiando di rovinare il pezzo. D’altro canto c’è una donna che, vittima quella violenza subita, dovendo scrivere di simili episodi, potrà forse non aftrattarli nella maniera professionalmente dovuta

 

Ma c’è un’altra considerazione, questa volta positiva: il giornalista potrebbe solamente arricchire l’articolo e renderlo più vero, perché lui sa cosa e come raccontarlo.

Uno studente invece afferma che ci sono molti ragazzi che  potrebbero non perseguire il devastante esempio del padre e quindi non restare condizionati da quello da simili ripetuti episodi: e seguire una strada nella piena maturità e consapevolezza di non prendere a esempio simili episodi subiti .

 

La conclusione a cui il Laboratorio è giunto è che qualsiasi sia la situazione in cui il giornalista si trovi, o si sia trovato, sarà sicuramente l’esperienza, la maturità personale e professionale  a rendere al meglio il proprio lavoro.