Di Valeria Mascetti. Il percorso delle donne nell’istruzione inizia giusto qualche anno dopo rispetto agli uomini: siamo nel 1874, anno di svolta: fu permesso loro l’accesso ai corsi universitari, anche se ciò era tutto dire visto che le iscrizioni femminili continuavano ad essere respinte. Per arrivare ad un numero di 250 iscritte le nostre donne ci misero ventisei anni: è il 1900.
Oggi, per fortuna, le università sono ricche di donne e io, da tale, mi chiedo: cosa sto ricevendo nel 2020 dai corsi universitari?
Il mio percorso è iniziato quest’anno: nuovo ambiente, nuova gente, nuove esperienze. Mi aspetto anni pieni, anni duri. Mi aspetto di avere la voglia di non mollare. Mi aspetto anche la voglia di urlare e dimostrare chi sono. Ed è proprio la mia personalità che, grazie a questi primi tempi qui dentro, si continua a formare. Sto dando forma alla mia “me”, la stessa “me” che mi accompagnerà per sempre. L’università, come ogni esperienza di studio, non serve solo a conoscere Freud e la su psiche oppure Hannah Arendt e i totalitarismi, ma, prima di tutto, serve a conoscere noi stessi. Ed è lecito avere paura, è permesso tremare di rabbia, è normale piangere, è umano sentirsi deboli. E’ dovere, però, avere sogni, è obbligatorio avere aspettative, è indispensabile avere obbiettivi, è necessario sognare. Guai a chi non sogna. Guai a chi, dopo una lezione di diritto, non si vede in tribunale con il martelletto in mano. Guai a chi non si vede giornalista dopo aver ricevuto i complimenti per un pezzo scritto. Guai a chi non fantastica, guai a chi non crede in sé stesso. Ognuno è padrone di sé, ognuno decide per la sua vita. Sto scrivendo con il cuore che batte, che spera, che immagina. Immagino un futuro felice, mi penso soddisfatta. Soddisfazione dopo l’altra, mi vedo completa e felice di poter esprimere la mia persona come sto facendo adesso: esprimo sensazioni, emozioni, stati d’animo. Sono fortunata perché in pochi possono farlo. Io voglio essere una di quei pochi. Ad oggi ho un obbiettivo: fare in modo di non essere mai quella donna che viene imbavagliata, sottomessa, denigrata, comandata. Voglio essere libera. Ecco perché intendo prendermi il mio posto nel mondo, intendo prendere presto in mano la mia carriera, la mia vita.
L’università è il primo grande passo che mi porterà a tutto questo. Ringrazio di avere la possibilità di farlo.