Di Alessandro Gibertini. Una Lazio di cuore porta a casa un punto difficile dalla trasferta ostica di San Pietroburgo. Il risultato è 1-1. Il match procede a ritmi lenti per i primi 32 minuti, fin quando lo Zenit non riesce a sfruttare una palla apparentemente innocua in area di rigore. I giocatori russi fanno quel che vogliono: ben 3 colpi di testa fino ad arrivare al tiro decisivo di Yerokhin che segna il meritato vantaggio. Un fulmine a ciel sereno. La Lazio è costretta a rincorrere. I tempi di gioco non si velocizzano però, anzi tornano a essere quelli di inizio partita e continuano ad essere tali fino al 75esimo, quando la squadra di Inzaghi decide di svegliarsi. Le forze fresche in campo danno man forte alla manovra biancoceleste, Caicedo soprattutto e, verrebbe da dire, come al solito. All’82esimo, Acerbi sale e mette un cross al bacio per l’attaccante ecuadoregno che è abile nel girare il pallone e metterlo all’angolino dove Kerzhakov non può arrivare. L’idea di strappare una vittoria diventa più che una speranza astratta. Le aquile continuano ad “assediare” la porta dei Russi, ma concedono grandi spazi in ripartenza. Solo un prodigioso intervento di Hoedt e un fuorigioco millimetrico, a tempo scaduto, salvano dalla beffa la formazione di Inzaghi.

La Lazio conclude la prima parte del girone senza sconfitte a 5 punti, nonostante sia stata vittima di molte problematiche legate al Covid-19 e agli infortuni. Oggi ancor di più. Infatti, la procura FIGC ha aperto un caso sull’autenticità dei tamponi dopo quello positivo e poi subito negativo di Immobile, Strakosha e Leiva. Una pressione difficile da gestire eppure… bisogna solamente fare gli applausi a questi ragazzi che ce l’hanno messa tutta e che hanno lottato sempre fino all’ultimo. Ora testa al ritorno, sperando con più elementi, con quelli più importanti.

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