Di Ludovica Lamboglia. Il calcio, uno degli sport più ambiti e amati nel mondo. Da anni è un vortice che travolge in pieno l’animo di ogni bambino, il quale sogna di diventare un calciatore professionista, e poi chissà. Fa scorrere nelle vene dei più appassionati qualcosa d’inspiegabile. Una sorta di “adrenalina pura”, amplificata alla massima potenza. Qualcosa di surreale. Delle volte capita di sentirsi talmente coinvolti nella partita, che può sembrare di essere a tre passi dalla sfera. Una precisione va fatta: non si parla di calcio solo nella cerchia maschile, anzi. Tutt’altro!

Donne. Sono migliaia le donne che amano e vivono per questo sport. La linea rosa è composta dalla più piccola bambina alla signora più anziana. Sono tante le ragazze che seguono il calcio, che lo guardano appassionatamente, che leggono e sono sempre informate sulla propria squadra del cuore, spesso anche più di molti uomini. Le donne seguono il calcio per vocazione, quasi per una questione di DNA. Ereditano in primis la passione dal nonno o dal papà, e la si condivide con il proprio fratello. Attenzione però, perché non tutte restano fedeli alla squadra che tifa il padre da anni e sono molte le vicissitudini che si creano in un derby tra padre-figlia, quasi una guerra di religione. Ma sono tante anche le figlie e i papà che hanno a cuore la stessa squadra e che, amano passare la domenica allo stadio o seguire le trasferte della Lazio; Juventus, Milan, Roma o qualsiasi essa sia.

Nonostante questo, le donne sono da sempre state discriminate per anni negli stadi italiani e, se ora quei tempi sono oramai lontani, è da tenere in mente che la donna riscontra comunque delle difficoltà. Una ragazza che tifa, come è risaputo, attrae dipiù, è un dato di fatto. Specie se tifa la stessa squadra del proprio fidanzato, ma d’altro canto, ogni singola ragazza non è libera di esprimersi in questo settore. Questo succede perché si carica sulle proprie spalle, lo stereotipo dettato dalla tifoseria maschile: “Ma è una ragazza, non ne capisce nulla di calcio” E bene, questo clima di tensione lo vivono anche le stesse giornaliste sportive di professione, calciatrici di un certo livello e arbitri donna. Tutto questo purtroppo, non permette loro di svolgere il proprio lavoro in piena serenità.

 

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