Di Rebecca Tosi. La scorsa settimana si è tenuto nel laboratorio di redazione giornalistica del professore Marco Palma, un dibattito sul “tempo dell’attesa”, da un punto di vista privato, personale, ma anche rapportato al giornalismo di vita che il professore ci sta insegnando. Il tema è stato presentato di getto dal professore dopo averne parlato con me. Il tema non è per nulla scontato, infatti oggi giorno sono molti i ragazzi che scelgono di non aspettare il loro tempo, ma di fare e avere tutto subito.

II dibattito è stato molto stimolante, in quanto hanno preso corpo una serie di riflessioni diverse tra i vari studenti. infatti molti studenti hanno convenuto con la tesi iniziale, ossia che è giusto prendersi il proprio tempo, ma molti altri hanno anche messo in luce il fatto che non tutte le decisioni a cui la vita ci mette davanti, è giusto rispondere prendendosi tempo, a volte è necessario essere istintivi, dover scegliere una cosa di getto. La tematica è stata affrontata superficialmente nel privato degli studenti, mentre più approfonditamente nell’ambito del giornalismo. Quando è necessario per un giornalista mettere da parte il tempo dell’attesa? Quando è giusto prendersi invece un momento prima di dare la notizia? Queste domande non hanno trovato una risposta definitiva, in quanto ognuno sente di agire nel giusto quando sta bene con se stesso e di conseguenza chi è più istintivo tende a dare la notizia immediata, mentre chi è più riflessivo tende ad aspettare che arrivi il suo tempo. Con il professore abbiamo convenuto che in un giornalista di vita debbano convivere in un certo modo entrambe le cose, infatti non possiamo permetterci che l’attesa faccia passare l’attimo, dobbiamo essere pronti alla notizia immediata, ma dall’altra parte non possiamo neanche permettere che la fretta di dare una notizia offuschi il nostro giudizio e non ci dia tempo di riflettere per darla al meglio. Il tempo dell’attesa è stato inserito anche all’interno di quello che purtroppo è lo scenario attuale che stiamo vivendo, il covid-19. Infatti alcuni studenti si sono sentiti come “vittime” dell’attesa, attesa creata da questo virus, come se fossimo in un limbo temporale dettato non da ciò che vogliamo noi, ma da ciò che ci impongono di fare. Ma questa è solo una campana, infatti in risposta altri ragazzi si sono detti decisi a far si che il tempo dell’attesa a cui questo covid ci ha costretti, venisse impiegato al meglio. Una tematica sicuramente molto ampia, che può trovare nel dibattito della lezione solo l’introduzione, un tema che sicuramente avrà scaturito molte riflessioni a fine lezione da parte dei ragazzi.

Il dibattito è stato vivo e ricco, sia i ragazzi che le ragazze che sono intervenuti hanno espresso un’opinione personale, quindi rapportando al tema letto, la propria esperienza personale, inserendo anche aneddoti della vita privata. Poi guidati dal professore la riflessione si spostava man mano sempre più verso l’aspetto professionale ( che nel nostro caso è il giornalismo “di vita”.

Alla fine di questo discorso ne è venuto fuori che comunque ognuno ha i suoi tempi e deve essere libero di poter esprimere ciò che vuole quando vuole, senza però essere vittima del tempo, ma sfruttandolo al meglio.