Di Simone Ferri. Distinguersi in tutto e per tutto è stato il loro marchio di fabbrica fin dai primi esordi, perché solo in questo modo hanno potuto spiccare il volo.
Ha preso quota così, un fenomeno musicale chiamato Maneskin, un gruppo molto carismatico con una personalità da vendere, che abbraccia un pubblico prettamente giovanile.
La loro forza risiede nella diversità, hanno adottato una cultura propria; piacciono perché sono unici e questa unicità l’hanno trasmessa anche e soprattutto a chi li sostiene.
Hanno uno stile eccentrico che mescola il rock con il vintage, e sono pieni di energia e voglia di fare.
Questo complesso possiede un look identificativo, ricercato e colorato, dato dalla cura meticolosa dei dettagli.
Il genere musicale proposto è il frutto di tutte quelle influenze e caratteristiche dei singoli componenti.
Colui che spicca maggiormente è il frontman, Damiano David, dall’aspetto fascinoso e stravagante, bello e dannato allo stesso tempo.
L’album più importante si chiama “Il ballo della vita”, un inno alla celebrazione della giovinezza e della spensieratezza.
I Maneskin hanno voluto classificare questa libertà con il nome di ‘Marlena’, la venere del gruppo, vera fonte d’ispirazione, pura espressione della loro creatività.
È una figura misteriosa ed ipnotizzante perché senza di lei, il rischio di sparire prende forma.
È stato un disco letteralmente consumato dagli adolescenti, ricco di brani vivaci ed orecchiabili.
Testi e melodie si amalgamano e procedono spedite in un’unica direzione, mostrando un sound molto elaborato.
I loro pezzi sono da ascoltare ad occhi chiusi e mente aperta.
Il cervello non ha limiti, per questo va aperto sempre verso nuovi orizzonti.
Gli stimoli solleticano la fantasia, per viaggiare un po’ nell’altra dimensione.
La stessa cosa accade nel ballo: fa avvicinare due persone, libera e fa perdere le sovrastrutture; lo scopo è far uscire la parte più spontanea di se stessi.
L’ultimo singolo invece, si chiama “20 anni”, in cui si raccontano le ansie e le frustrazioni dei ragazzi della loro generazione, cresciuti in un mondo selvaggio.
Le parole penetrano in profondità, evidenziando un messaggio forte e senza filtri: bisogna essere autentici, veri e senza veli.
L’invito è di vivere gli anni d’oro con naturalezza e senza porsi troppi problemi.

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