Di Sara Colagrossi. Quella finta telefonata, quel chiamare “nessuno” dall’altra parte: ma è il solo modo per far capire ad un possibile aggressore che siamo in
contatto con qualcuno. Fingere per ricevere sicurezza, ed ancor prima per darci coraggio. Molte ragazze della nostra eta’ purtroppo sono hanno una chiamata o una videochiamata per far si che si senta sicura in una strada piena di occhi che potrebbero essere letali tanto da arrivare, sfortunatamente, allo stupro..Possiamo trovare anche questo “fenomeno” in una strada principale, piena di persone, che purtroppo praticano catcalling ( fenomeno che ha come oggetto complimenti di cattivo gusto, o tentativi di gesti, rivolti per strada a donne giovani. Il fenomeno è in crescita e condiziona molte ragazze che non si sentono più libere di camminare per strada e indossare ciò che vogliono).
Questo fenomeno e’ parte dei nostri giorni e tutte quante noi ne siamo state “vittime”..Fenomeno che ti provoca la vergogna, il forte imbarazzo e lo choc tanto da non sentirti protetta e cercare gli sguardi di altre persone nella speranza che qualcuno ti possa aiutare.
Tutto questo può’ sembrare insolito e anche molto esagerato, ma quando ne si e’ vittima non puoi fare almeno di avere queste sensazioni. Il caso simbolo di questo catcalling e’ quello di Ruth George, studentessa di 19 anni che ne e’ stata vittima, abusata sessualmente e strangolata nel suo stesso campus mentre tornava a casa. Tornando incrocio’ uno sconosciuto che aveva commentato il suo aspetto ripetitivamente e Ruth, malauguratamente, ignorando le sue attenzioni.. ne fu vittima. Tutto ciò’ ha contribuito a rovinare lo stile di vita di ognuna di noi, privandoci della nostra libertà, per esempio parlando di vestiario, obbligandoci a coprirci per paura di un possibile palpeggiamento (verbale e materiale).