Di Sara Scarozza. Sono scappati, terrorizzati, braccati peggio di animali: dovevano mettere in salvo le loro vite con quello spirito di sopravvivenza. Non ce l’hanno fatta: la brutalità, bestiale e violenta ha vinto ha avuto la meglio. Questa scena tanto più allucinante e surreale ha come protogonista un padre: carnefice fino all’estrema conseguenza verso i suoi due figli. Due figli in età adolescenziale che dovrebbero essere felici di vedere il proprio padre tornare a casa dopo una giornata di lavoro, ma si sono ritrovati invece a dover scappare, lottare con tutte le loro forze, dal loro stesso genitore per riuscire a rimanere in vita. Quattro mura dove l’ultima cosa che si è respirata è stata la paura e il terrore che si poteva percepire al tatto, talmente forte da far venire i brividi. Un padre di due figli che per un motivo ignoto ha perso talmente tanto il senno da uccidere a sangue freddo i suoi stessi figli, quella che prima era una mente lucida improvvisamente è sparita nel nulla, pazzia, follia o semplicemente uno scatto di rabbia impulsiva con delle motivazioni che non troveranno mai una risposta, ha portato le pareti prima bianche di quella casa, a dipingersi di rosso sangue. Alessandro Pontin, uomo di 49 anni, poteva soltanto non essere in sé , quando la sera del 19 Dicembre in un’abitazione di Trebaseleghe, in provincia di Padova, ha tolto la vita con un coltello, in modo feroce, disumano e al limite di ogni concezione che una persona può avere, alla figlia Francesca di 15 anni e al figlio Pietro di 13. Successivamente probabilmente i sensi di colpa lo stavano contorcendo interiormente, si è puntato l’arma, in precedenza utilizzata, alla carotide e si è tolto anche lui la vita. Ha preso il coltello e gli ha lasciato solo una piccolissima frazione di secondi per tentare di fuggire da lui, qual padre che non riconoscevano più e che in quel momento li voleva uccidere per non si sa quale motivo, non gli ha detto una parola, neanche mezza, gli ha solo tolto la vita. Il padre è stato implacabile, accecato da un senso che non conosce parole per essere descritto, che gli è arrivato alla testa e gli ha oscurato la mente portandolo a non capire più nulla, si è avventato sui due giovani ragazzi e gli ha tagliato la gola. Alla fine il destino ha deciso di riservare lo stesso destino anche lui, sperando in dei sensi di colpa che lo mettevano in condizioni di non riuscire più a vivere la sua stessa vita, invaso dal marcio che lo stava logorando e distruggendo in modo così viscerale che anche lui si è ucciso. La villetta è piombata nel silenzio più totale, non si sentiva neanche un minimo rumore fino a quando la mattina del giorno dopo, il fratello di Alessandro nonché zio dei due ragazzi, era andato a fargli visita e al posto di essere accolto con un abbraccio si è ritrovato davanti la scena raccapricciante dei tre corpi, oramai senza vita, stesi sul pavimento e avvolti dal sangue orami troppo tardi per tutto.