Di Giulia Capobianco. “Una boccata d’ossigeno per tutti quei medici che sono in prima linea da marzo”. Una parvente speranza che continua imperterrita a fare i conti con negazionismo, dubbi e paura. Un giorno storico, una nuova luce…una luce che ognuno di noi spera di poter vedere protagonista sullo scenario del nuovo anno, mandando definitivamente “dietro le quinte” il buio crudo del 2020.
Quante volte abbiamo gridato “speriamo”. Quante volte abbiamo scritto “andrà tutto bene”, scontrandoci arbitrariamente con “loro” che continuano ad affermare che la terra è piatta e che siamo solo immersi in una grande bugia, in una truffa. Quante volte, ancora, abbiamo sognato un rimedio, che fosse fondamentale per ricominciare a vivere come un tempo. Quel giorno tanto atteso è arrivato. È arrivato e non senza un bagaglio di paure e idee contrastanti. Ma è arrivato. Quel tanto atteso minimo passo avanti è stato fatto.
Ad oggi, stando ai dati, l’Italia è seconda in Europa, dopo la Germania per il numero di persone vaccinate. Siamo riusciti a gettare le basi di uno di quei palazzi complessi da costruire sin dalle fondamenta. C’è molto da fare. La curva dei contagi è incerta, non ha ancora accennato ad un arresto imponente e dall’altra parte brulicano le decisioni e indecisioni di chi, l’Italia, vorrebbe vederla vivere, non morire. Ma anche qui c’è tanto altro lavoro da fare. Perché? – perché bisogna cambiare rotta. Perché ancora si pensa a riaprire scuole, nell’incertezza.
Quante volte abbiamo voluto essere catapultati nel tempo fino ad arrivare a questi giorni, dove IL passo lo abbiamo fatto. “Loro” continuano a negare che nulla esista, alzando un polverone su chi anche dopo il vaccino, risulta positivo al tampone e scatenando lo sdegno e l’intervento immediato del Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.
Siamo stati tutti un po’ polemici. Polemici e stanchi, ma basta negare, basta mettere in dubbio. Cosa speravate un anno fa? Cosa si voleva più di ogni altra cosa? Un rimedio? Eccolo qui, anche se ci stiamo ancora lavorando: un vaccino salvavita. Lo si desiderava tanto e ora ci si tirate indietro continuando a dire di volere di più. Ma cos’è questo di più? C’è ancora molto da fare, ma siamo in un tassello più in alto, sperando di non traballare ancora e non buttare giù ciò che è stato fatto fino ad ora a causa di pessime decisioni. Siamo stanchi e ora lo slogan diventa “andrà davvero tutto bene?”