Di Sara Scarozza. Rincara la colpa nella sua richiesta il procuratore generale Roberto Cavallone che ha chiesto 13 anni di reclusine per i colpevoli che hanno pestato a morte Stefano Cucchi.
Ucciso, pestato a sangue senza nessun ritegno e lasciato in una cella a marcire e morire interiormente senza che nessuno muovesse un dito, quando la realtà dei fatti era davanti agli occhi di tutti, nessuno ha parlato, tutti hanno taciuto non dichiarando la verità. Stefano Cucchi è morto nella notte del 22 ottobre 2009 a distanza di sei giorni dal suo arresto, i medici del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini, dove era stato portato, si sono resi conto del decesso solo alle 6.15 del mattino, hanno avuto un cadavere nella loro cella e se ne sono accorti solo alle prime luci dell’alba. Causa del decessso “deceduto per presunta morte naturale” come se il volto tumefatto, la mascella fratturata, varie lesioni e le echimosi alle gambe, un’emorragia alla vescica, due fratture alla colonna vertebrale e la notevole perdita di peso, sono delle comuni e semplici cause naturali. Cucchi non era uno stinco di santo, è stato arrestato per possesso di sostanze stupefacenti, questo però non legittima le forze dell’ordine di abusare dei propri poteri che gli sono stati conferiti per pestare i detenuti a proprio piacimento, per sfogare la frustrazione di una giornata storta. Diceva di essere caduto dalle scale quando la realtà dei fatti è che era stato pestato da degli animali, che non provavano un briciolo di umanità, come se ogni persona che vanno ad arrestare è un oggetto inerme che non ha nessun diritto. 13 anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale per Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, 4 anni e 6 mesi per Roberto Mandolini che in quel periodo era il comandante della Compagnia Appia, 2 anni e 6 mesi con l’accusa di falso per Franceso Tedesco che nel 2018 decise di confessare sui fatti accaduti nella caserma Casilina, ma che in un secondo momento si sono rivelati non essere il vero. Solo queste sono le accuse che riguardano il caso Cucchi quando la realtà dei fatti è che i colpevoli dell’accaduto sono tanti, nessuno ha parlato, partendo da tutti i carabinieri che hanno visto le lesioni sul ragazzo, i medici che lo hanno visitato che avrebbero dovuto intuire le cause dei suoi malesseri e che quello che riportava su tutto il corpo non era frutto di una semplice caduta dalle scale. Forse a distanza di oramai 11 anni Stefano riuscirà ad avere la giustizia che si merita, ma sono centinaia i casi analoghi che si verificano in Italia per mano di autorità che non si meritano questa nomina, che infangano il nome di tutti coloro che per la loro professione ci mettono il cuore, le persone che hanno ucciso Stefano non sono degni di essere chiamate tali, sono solo dei mostri che hanno ucciso una persona a sangue freddo senza nessuna giustificazione.