Di Isabella Teti. E’ il semplice rifiuto del cibo ma è la drammatica punta di un iceberg L’anoressia è la manifestazione visiva della percezione distorta che il soggetto ha di sé. E riguarda con maggiore incidenza soprattutto le giovani donne
Le cause a livello psicologico sono varie ma, ad ogni modo, riconducibili ad ansia e depressione. Se tali tratti della personalità sono pressoché immodificabili lo stesso non può dirsi dei fattori ambientali: le cause esterne pesano sull’intera società e colpiscono i soggetti più vulnerabili, non a caso coloro che presentano disturbi alimentari sono per lo più adolescenti e giovani adulti. La pressione esercitata dalla cultura moderna e dai media pervade il modo di vivere comune, tramutando il volere in dovere: si è continuamente spinti a desiderare cose estranee al proprio interesse o a raggiungere canoni estetici non solo lontani da quelli che vediamo riflessi nel nostro specchio ma, soprattutto, artificiali. L’anoressia subentra nel momento in cui la rincorsa di una perfezione illusoria si tramuta in un’ossessione altrettanto disagevole del proprio corpo: lo si stressa tra digiuni ed esasperato esercizio fisico, per assurdo, allontanandosi ancora di più da quella agognata bellezza, ma senza rendersene conto. I giovani sono proprio coloro che da un lato affrontano svariati cambiamenti, sia a livello fisico che relazionale, e, dall’altro, sono maggiormente esposti all’influenza dei media e dei social. È riduttivo addossare la colpa ai genitori che non spengono il televisore o non limitano l’uso del cellulare: i figli non sono una loro estensione ma persone che vivono all’interno di una società ed è proprio quest’ultima, nella sua interezza, che va educata, attraverso campagne di sensibilizzazione al problema
E’ dunque un’ulteriore spia di una società volta che produce a volte enormi disagi verso la donna o meglio, colpendola nella sua immagine. È ora di guardare con rinnovata consapevolezza alla realtà.