Di Veronica Morisi. Diciamo basta a tutto ciò che stereotipa. Chi stabilisce cosa porta una donna ad essere femminile e soprattutto bisognerebbe parlare su cosa sia la femminilità.
Non credo ci sia una risposta corretta, dipende solamente dalla propria percezione individuale. Sono Donna e faccio judo da 12 anni, e cosa vede la gente quando cammino per strada?
Nulla, una semplice ragazza che si dirige verso un luogo, una persona come le altre.
Questo è perchè nella società di oggi c’è sempre un pregiudizio comune a volte non sapendo nemmeno di cosa si stia parlando.
Ed è proprio di Roberta Chyurlia che voglio parlare, parte integrante della commissione arbitri in preparazione dell’evento olimpico, che riceverà il premio speciale riservato al migliore arbitro donna EJU dell’anno e per la 2° volta. Una donna che possiamo e dobbiamo prendere come esempio, una donna che da una disciplina nata come “maschile” ha abbattuto i pregiudizi e ne ha fatto la sua professione di vita e da come possiamo osservare,le arti marziali, come richiama la parola stessa sono vere e proprie arti nobili da cui trarre solo ed esclusivamente benefici e che non amano la differenza di genere.
Ho subito bullismo all’età di 14 anni e non me ne vergogno a parlarne, il judo mi ha aiutato ad uscirne, in modo rispettoso, non con la violenza ma attraverso la forza; una forza interiore, la disciplina, il rispetto, la superiorità e la consapevolezza di essere Donna con la D maiuscola, quella consapevolezza che ti permette di trasformare scogli insormontabili in piccoli ostacoli da superare così come si fa tutti i giorni in allenamento.
Iniziamo a guardare oltre e tralasciare gli usi e costumi di una volta, iniziamo a supportare donne e uomini a fare sport, insieme.