Di Andrea Gonini. La campagna acquisti della scorsa sessione estiva ha permesso alla Roma di avere una rosa in grado di competere per un posto in Champions League. Rispetto alla passata stagione, la rosa, complice la fallimentare gestione Pallotta e il cambio di proprietà, non si è arricchita di pesanti nomi, i cosiddetti “top player”, che sarebbero stati in grado di far generare un netto salto di qualità.
Partendo dal primo ruolo, il portiere, la società negli ultimi anni ha sempre avuto più di qualche complicazione. La stagione in corso ha visto protagonista Antonio Mirante nella prima parte di stagione, e Pau Lopez nella seconda. In particolare il secondo, fortemente criticato, non ha saputo , fino adesso, soddisfare i requisiti richiesti dalla società e dai propri tifosi. Se si vuole avere una rosa competitiva la Roma, in primis, dovrà ripartire proprio da questo ruolo.
La retroguardia giallorossa é stata fortemente limitata dai molteplici infortuni, in particolare quello di Smalling. Sia la ristrettezza della rosa in questo reparto e i vari elementi in esubero, come Fazio e Juan Jesus, non hanno sicuramente aiutato Fonseca, costretto persino, per grande parte della stagione, a schierare un centrocampista come Cristante in un ruolo per lui inedito. La società dovrà quindi agire più sul mercato in uscita, sbarazzandosi di tutti quei giocatori considerati superflui.
Il centrocampo, invece, è una delle armi a sorpresa della rosa: in questo reparto le scelte sono numerose e anche importanti. Tra tutti Veretout, Pellegrini e la nuova sorpresa Villar hanno garantito un gioco più competitivo e fluido alla squadra. Indispensabili anche i nomi di Diawara e Cristante, meno quello di Pastore che, con un ingaggio di quasi cinque milioni di euro a stagione, non rientra nei progetti del club capitolino.
Infine il punto cardine della rosa: l’attacco. Nonostante la pesante assenza di Nicolò Zaniolo, questo reparto dispone di giocatori capaci di garantire sicurezza e stabilità. Elementi fondamentali come Mhkitaryan, lo stesso Pellegrini, anche El shaarawy, Carles Perez e Pedro, si sono ormai adattati nel ruolo di trequartista.
Davanti a tutti, sia in campo sia all’ interno della rosa, troviamo la punta, o meglio le punte: Dzeko e Mayoral. I centravanti giallorossi, che si sono visti alternare per quasi tutta la stagione, sono i più prolifici dai tempi di Zeman. Criticati e amati, soprattutto il primo, sono giocatori con stili di gioco completamente diverso l’uno dall’altro.
A fine stagione la società dovrà decidere se affidarsi ancora al talento bosniaco, per almeno un’altra stagione, se ripartire da quello dello spagnolo, o addirittura puntare su un altro attaccante la prossima finestra di mercato. Una cosa è certa: entrambi vogliono avere ancora un ruolo cruciale per questa rosa.