Di Madalina Ilincuta. Quando il destino ha in serbo disgrazia e crudeltà, non c’è modo di liberarsene, prende il sopravvento su tutto il resto: è una forza invisibile che ti fa sprofondare.
‘’Manchester by the sea’’ ci regala una magnifica interpretazione di Casey Affleck, protagonista di questo dramma ambientato tra i gelidi mari del Nordamerica.
Lee Chandler è freddo, arrogante, apatico, il dolore lo accompagna giorno dopo giorno, costringendolo a vivere giornate monotone e prive di senso. Solitario ed impenetrabile, non mostra alcuna emozione, nemmeno quando gli comunicano la morte dell’unica persona che amava: suo fratello maggiore. La sua voce non ha sfumature, è una linea piatta dal tono statico, il suo comportamento sempre uguale e il suo dolore irremovibile.
Il regista, attraverso vari flashback che si intrecciano al presente, ci mostra il passato di Lee: tempo addietro era felice, viveva in una famiglia piena d’amore, le sue dolci figlie lo abbracciavano ogni giorno ed era circondato da amici e spensieratezza…quando un giorno la tragedia. A causa di una disattenzione da ubriaco, causa l’incendio della loro casa, perdendo i suoi figli.
Il senso di colpa lo distrugge, il suo unico desiderio è quello di annullarsi, scomparire, annegare nell’alcool. Poi un giorno le responsabilità bussano alla sua porta e Lee torna a casa per occuparsi del funerale del fratello e per prendersi cura del nipote adolescente: non può più vivere all’ombra di se stesso.
Le suggestive fotografie di Manchester e la colonna sonora esprimono un lungo percorso verso il buio più totale. il mare ghiacciato, i venti gelidi e le melodie tristi e penetranti, permettono allo spettatore di sentire appieno il dolore del protagonista, di entrarci dentro.
Questo film è profondamente amaro, logora dentro, lentamente e profondamente, ci fa capire la potenza distruttiva del dolore. Un dolore talmente tanto radicato che l’anima non vede più possibile il risplendere di una nuova luce. Ci si arrende. Ma questo è l’inizio di quei comportamenti autodistruttivi che portano ad ulteriori tragedie: non bisogna diventare muti osservatori della realtà, bisogna trovare riparo dalla sofferenza e dalla spietata tragicità della vita. Il dolore va accettato e superato, perché come per ogni altra emozione, se lo si opprime, questo si ripresenterà ancora più potente. ‘’La vera tragedia della vita, non è la morte, ma una vita senza scopo’’: smettere di amare, di ridere, di sognare conduce l’uomo all’eterna sofferenza…l’unico modo per continuare a vivere è perdonare se stessi. Gli errori che commettiamo non ci caratterizzano, sono solo una parte della nostra esistenza, non bisogna punirsi a vita.
Come Lee Chandler, l’essere umano pensa che l’auto-punizione sia l’unica via di uscita dal senso di colpa, ma così facendo si diventa schiavi della rabbia, ci si sente indegni e e non si ha più stima della propria persona. La vita diventa un inferno in terra, e ancora una volta, diventiamo i giudici più severi di noi stessi. Immaginatevi una vita piena di sensi di colpa: Il colpevole non cerca solo di ferire se stesso, ma anche gli altri, è un’emozione distruttiva…e molte volte la morte sembra l’unico rimedio per mettere fine a una sofferenza divenuta insopportabile. Se si pensa che una persona possa avere pensieri suicidi non bisogna sottostimare l’importanza della propria presenza, fare di tutto perché si parli con uno specialista, chiedere aiuto al Telefono Amico allo 199 284 284 i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22. Chi soffre di un dolore così immenso va aiutato, non bisogna fare la morale o giudicare, ma bisogna aiutarlo a re-imparare ad amare la vita. L’unico modo è essere sinceri con se stessi, affrontare la paura, vivere nel presente.
Bisogna amare il cammino della propria vita…credere nelle bellezze di questa e alla possibilità di ricominciare, sono solamente questi i passi per poter ritornare a sorridere. Non è facile avere questo atteggiamento ogni istante, ma è sicuramente un valido aiuto in alcune situazioni, e soprattutto è un ottimo allenamento alla gioia di vivere.