Di Francesca Zaza. ‘’ Il cervello umano è l’oggetto più complesso dell’universo. Consideriamo chi soffre di personalità multipla inferiore, e se… non ci fosse limite a ciò che può diventare? ‘’
Al centro della proposta cinematografica della settimana vi è Split, un thriller psicologico del 2016 diretto da M. Night Shyamalan e ispirato alla figura di Billy Milligan , un criminale statunitense affetto da disturbo dissociativo dell’identità.
Il film, disponibile sulla piattaforma Netflix, è senz’altro uno dei thriller più particolari degli ultimi anni, un vero e proprio capolavoro di tensione e recitazione che ha colpito molti sostenitori del genere.
E’ la storia di Casey, un ragazza solitaria con un carattere introverso e problematico che la porta ad allontanarsi dagli altri. La giovane viene infatti tenuta in disparte dalle compagne più popolari della scuola, ad eccezione di Claire e Marcia, divenute sue amiche. Un giorno, dopo una normale festa di compleanno, le tre adolescenti vengono rapite, in pieno giorno, da un maniaco che le rinchiude poi in una sorta di scantinato. Passano giorni terribili, spaventosi, eppure le protagoniste cercano in ogni momento una possibile via d’uscita, che sembra però non esserci. Con il passare del tempo le ragazze iniziano a conoscere meglio il loro rapinatore, e notano che ogni volta che entra nella loro stanza l’uomo cambia continuamente modo di vestirsi e mostra sempre atteggiamenti differenti l’uno dagli altri, prima da bambino, poi da donna. Si scoprirà ben presto che il sequestratore è in realtà in cura da uno psichiatria, la dottoressa Fletcher, i cui incontri riveleranno la presenza in lui di un disturbo della personalità multipla. Egli ospita infatti 23 personaggi differenti dentro di sé, noti come ‘ alter’. Le varie identità però sono fin troppo diverse tra loro, alcune sono buone, altre invece sono ritenute molto pericolose, fino ad arrivare alla più temibile, soprannominata ‘’ la bestia’’. La dottoressa, a questo punto, tenta di capire esattamente quello che è successo all’uomo, il cui vero nome è Kevin, affinché possa aiutarlo. Dal canto loro anche le 3 vittime, una volta venute a conoscenza del suo disturbo, provano a sfruttarlo a loro vantaggio, cercando di individuare quale sia l’entità più debole per ingannarla e fuggire. Ciò che è importante, infatti, è agire prima che la personalità suprema si manifesti.
Niente fantasmi o altre creature paranormali, questa volta colui che è da temere è semplicemente un uomo. Eppure, la scelta del regista si è rilevata una mossa a dir poco vincente. La vera protagonista della storia è infatti la mente umana, in tutta la sua complessità.
L’originalità deriva dal fatto che il film riesce a coinvolgere totalmente il pubblico, facendolo entrare in un mondo in cui tutti gli alter ego di Kevin combattono tra di loro, in quanto ognuno di essi tenta di avere il controllo totale del suo corpo. Le tre ragazze infatti non sono le uniche ad essere imprigionate ,ogni identità sembra essere bloccata nella mente dell’uomo, incapace di liberarsi completamente. Si tratta di ‘’persone’’ che convivono e che riemergono all’improvviso insieme alle loro emozioni e ai tratti peculiari della loro personalità.
Violenza, imprevedibilità, spietatezza, inquietudine : sono questi particolari a fare di Split un mix perfetto di tensione e suspense, che accompagnano tutta la durata del film.
Non meno importanza viene riservata all’ambientazione cupa che contribuisce inevitabilmente a creare un’atmosfera di terrore e angoscia. Shyamalan ha scelto quindi di proiettare, fin da subito, i personaggi all’interno di spazi angusti, asfissianti, quasi claustrofobici.
Split, un film potremmo dire ‘’senza ossigeno ’’, gioca dunque su una combinazione di generi. Alla base thriller si aggiungono infatti anche toni horror e drammatici, fino ad arrivare al colpo di scena finale, che riesce ad emozionare lo spettatore e a farlo ricredere su quanto visto prima.