Di Davide Schiavone. Ci siamo ritrovati in uno degli anni più difficili della storia recente, soli, limitati, con emozioni represse. Sensazioni difficili da esprimere, tirare fuori, rendere di tutti. E’ altrettanto complicato trovare un luogo fisico, piuttosto che ideale per gridare, urlare al mondo i nostri vent’anni e i nostri stati d’animo. Io, come presumo i miei colleghi, abbiamo avuto la fortuna di trovarlo. Il laboratorio del Prof Palma ci ha dato la parola, un megafono da utilizzare per esprimere le nostre opinioni, i nostri pensieri.
In questi mesi ho potuto scrivere di sport, una passione che mi accompagna da quando sono in vita. Ho avuto la possibilità di scrivere di Valentino Rossi, di Lewis Hamilton, di LeBron James. Ho avuto la possibilità di scrivere e questa è stata la cosa più importante.
Il laboratorio non è solo inviare un muro di testo che poi verrà pubblicato sul sito, non è un freddo articolo da scrivere in maniera obbligatoria una volta a settimana, quasi fosse un peso. E’ tanto altro.
Il laboratorio è il rapporto tra Studente e Professore, sempre con il dovuto rispetto dei ruoli, ma aperto ad un confronto libero, scambi di opinioni ma che non intaccheranno l’idea di persona che uno ha verso l’altro. Il laboratorio è il rapporto tra Colleghi di corso, che non si limita alla richiesta degli appunti della lezione, ma che permette uno scambio continuo di messaggi, di pensieri, di idee che arricchiscono tutti i componenti del gruppo e alimentano la fame di conoscenza, di essere protagonisti di un mondo, di una società che a vent’anni ci attende a braccia aperte, ma al quale alcuni di noi hanno paura di abbandonarsi.
Consiglierei il laboratorio a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco, provando qualcosa fuori dagli schemi classici universitari, a chi abbia un’urgenza di esprimersi e di far trasparire qualcosa di sè e che voglia inserire tra le righe di ogni articolo un pezzo di se da trasferire ad ogni lettore.
Spero che i colleghi che frequenteranno questo corso avranno la possibilità di vivere a pieno la vita universitaria e del laboratorio. Guardarsi in faccia senza un computer o un cellulare di mezzo è l’essenza fondamentale delle lezioni di questo tipo, ma siamo riusciti ad andare oltre queste problematiche, oltre una pandemia mondiale, oltre tante limitazioni da cui a vent’anni non vedi l’ora di uscire fuori. Chiudo ringraziando il Prof Palma, Giulia e Giovanna dell’opportunità concessami e della fiducia riposta in me. Concludendo voglio fare un augurio a chiunque frequenterà questo laboratorio, con l’auspicio che ognuno di voi si alzi la mattina riuscendo ad essere “giornalista di vita” di scendere dal letto e riuscire a leggere lo scenario, non banalizzarlo, riuscire a raccontarlo. Mi auguro che possiate far fronte ai contrattempi che la vita vi presenterà e che possono cambiare tantissimo nel nostro percorso, mi auguro che possiate superare i tradimenti di amici o morosi. Mi auguro soprattutto che possiate vivere al meglio ogni ora del laboratorio come se fosse l’ultima, con la consapevolezza che in futuro difficilmente potrete vivere percorsi di vita simili.
Laboratorio di Redazione Giornalistica: “Un megafono con le nostre idee rivolto a tutti”