Di Giorgia Rinaldi. Dicono che essere donna è bellissimo ma essere una donna non è per nulla semplice, specie se parliamo di realtà dove essere donna è ritenuta una maledizione. Delle realtà di cui sentiamo sempre parlare, dove ormai sappiamo che vi sono donne oppresse senza dare però un’attenzione meritevole, dove spesso il nostro parametro di giudizio si ferma alla disturbante copertura del burqa, senza penetrare al di là di esso, senza percepire realmente quale siano i tanti drammi e le innumerevoli torture che sono costrette a subire milioni di donne. Uno dei tanti supplizi di queste realtà (parliamo prevalentemente di gruppi ed etnie dell’Africa subsahariana) è l’infibulazione, ovvero la mutilazione genitale femminile. Dietro questo martirio si nascondono dinamiche macabre, da far ribrezzo e nonostante ad oggi sia riconosciuta come una violazione dei diritti umani, viene praticata e giustificata con motivazioni socioculturali e intrinsechi psicologici-sessuali. Le donne sono stanche però di essere protagoniste di questo circo degli orrori, sfinite nell’essere considerate oggetti sessuali, nel non vivere la forza naturale e la pienezza di essere donna. Essere donna potrebbe essere bellissimo, ma non così e tutti dovremmo saperlo. Finché tutte le donne non avranno diritto di esserlo pienamente, nessuno può affermare che essere donna è bellissimo, sarebbe un torto. Nonostante questa triste consapevolezza, noi donne, anche se spesso private di molto, possediamo una forza innaturale, una forza che nessuno potrà mai sottrarci e che ha dato a molte, il coraggio di ribellarsi contro questa pratica. Ad oggi, infatti, sono tanti i progetti di empowerment femminile contro l’infibulazione, promossi da donne stesse e da grandi organizzazioni (come Save the Children), che stanno cercando di contravvenire tale sofferenza. Tante sono le donne che anche indipendentemente tentano di fuggire a tali pratiche, assumendosi i rischi e le conseguenze di un’azione simile. Solo abbattendo l’indifferenza si potrà provare a porre fine a queste torture in favore di tante giovani donne che cercano di scappare da questa crudeltà.