Di Aurora Baldoni. Singhiozzi soffocati. Brividi. Paura. Dolore.
Donne raggomitolate all’angolo ,sconfitte ,torturate ,umiliate.
Donne che stannoper terra ,quasi fossero animali ,donne prese a calci ,pugni ,morsi ,sputi.
Donne insultate ,violate ,punite.
Donne che si coprono il viso ,per proteggersi ,nella speranza che lui si fermi.
Ma lui non vuole ,anzi colpisce più forte.
Donne a cui quasi manca il respiro.
In sottofondo, si sentono solo voci del televisore rimasto acceso.
Bambini che si nascondono sotto il tavolo, corrono a rifugiarsi nelle loro camerette o semplicemente rimangono immobili ,come fossero paralizzati ,ad osservare quel che avviene a pochi centimetri da loro.
Sembrerebbe quasi una scena di un film dell’orrore ma così non è.
È vita vera. È la realtà di Giada ,Patrizia ,Maria e sua figlia Clara, Giovanna e suo figlio Mirko.
Tanti, troppi sono gli episodi di violenza che si verificano tra le mura domestiche e nel 95% dei casi a subirle ,sono le donne.
La casa ,dall’essere il luogo della protezione ,il porto sicuro ,passa ad essere il luogo del grande incubo.
Luogo dal quale si dovrebbe solo fuggire.
Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi le donne tendono però ,a non reagire. Non hanno il coraggio di sbattere forte quella porta ed andarsene ,di chiedere aiuto ,di denunciare e rimangono intrappolate in quell’incubo.
Complice sicuramente la vergogna ,che le spinge a tenersi tutto dentro ,ed alle volte anche a recitare quella scusa scema: “sono stata sbadata ,son caduta sola per le scale”.
Vergogna accompagnata poi dalla speranza ,la speranza che il partner prima o poi cessi di procurare dolore e torni ad essere il principe azzurro.
Speranza che rimarrà vana.
Di nuovo violenza ,una nuova cicatrice ,sul corpo ,sul cuore ,nell’anima.
Cicatrici che non smetteranno mai di aumentare se si rimarrà lì.
Una permanenza che potrebbe costare anche la vita ,far aumentare i dati relativi al maledetto femminicidio.