Di Anastasya Anastasi. Nel mondo del basket non si fa altro che parlare di NBA, ma quanti davvero sanno che esiste anche la WNBA, la versione al femminile del campionato di basket americano. Le giocatrici più forti del mondo competono tra di loro, stupiscono ed emozionano durante il gioco. Lo stesso Kobe Bryant affermò che ci sono donne in grado di competere nell’NBA, tra cui Diana Taurasi considerata la giocatrice più forte di tutti i tempi, Maya Moore e Elena Delle Donne. In queste settimane le emozioni sono ancora più forti perché Chicago Sky e Phoenix Mercury si stanno affrontando nelle finali di playoff (best of 5) per il “WNBA Championship”. Dopo la partita di ieri sera, Chicago guida la serie 2-1.
La WNBA non gode della stessa popolarità dell’NBA. Non se ne parla abbastanza, non viene pubblicizzata come dovrebbe attraverso tutti i canali disponibili e l’importanza data non è nemmeno paragonabile a quella dell’NBA. Gli spettatori che partecipano alle partite sono davvero pochi (6.000 contro i quasi 18.000 dell’NBA) ed i prezzi dei biglietti sono davvero bassi. Gli stipendi sono di gran lunga inferiori a quelli di un giocatore di NBA, 100.000 mila dollari annui di una giocatrice contro i 300.000 mila di un giocatore che passa tutta la stagione in panchina e 7.7 M per un giocatore regolare. Con questi stipendi minimi le giocatrici erano costrette a cercare contratti di lavoro nei mesi di riposo in giro per il mondo, solitamente in Russia, Turchia e Francia finendo poi per arrivare a stagione già iniziata stanche, senza mai essersi riposate.
Dal 2020 le giocatrici sono riuscite però ad ottenere un contratto collettivo di lavoro nettamente migliore rispetto agli anni precedenti, con stipendi molto più alti. Frutto di rivendicazioni sostenute con forza da tutte le atlete donne negli USA. Resta comunque una situazione inaccettabile. In un mondo di pari opportunità, di uguaglianza tra uomo e donna tutto questo non accadrebbe. In un mondo giusto tutto ciò sarebbe garantito in partenza. Queste donne meritano più rispetto e più riconoscimento.