Di Camilla Galiano. Gli uomini si sono arrogati il titolo di esclusivisti in molti comportamenti femminili, fino a poter giudicare in base al loro modo di fare le cose.
Una donna che beve alcolici è additata perché si sta comportando da uomo, quindi non è socialmente accettabile o tollerato: alla gogna….
Una donna che usa un linguaggio schietto, diretto, anche a volte scurrile, additata perché sta parlando come un uomo e anche questo non è socialmente accettabile o tollerato: lui si, lei no
Una donna che non chiede aiuto per montare un mobile di Ikea, che il barattolo se lo apre da sola e che non necessita supporto per compilare un f24, è una donna che merita poca considerazione
A volte è un individuo pieno di insicurezze, in competizione con altri uomini, in un mondo che vorrebbe rimanesse chiuso al sesso opposto, forse per paura che in questo gioco poi a perdere sarebbe lui.
«Con l’emancipazione femminile e con la conquista di diritti sociali, economici e civili della donna, la figura maschile si sente destabilizzata, sbandata, quasi in imbarazzo di fronte ad una donna che dimostra di saper portare avanti battaglie e di vincerle, di saper svolgere gli stessi lavori degli uomini, di riuscire bene in qualsiasi impresa» lo afferma la dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, in un’intervista per la Stampa. La società in cui viviamo si è evoluta dal punto di vista della considerazione femminile al pari di quella maschile, però non ha mai smesso di far passare messaggi che portano l’uomo a sentire il bisogno di riaffermarsi, di doversi riprendere il suo posto nel mondo da “vero uomo”. Molti uomini continuano a crescere con l’idea di dover portare tutto sulle spalle, giocano con cose diverse da quelle con cui giocano le bambine, sono spinti ad approcciarsi ad un tipo di carriera rispetto un’altra: è difficile che ad una donna venga consigliato di iniziare una carriera militare, o no?! Tutto questo background, insito nella cultura italiana, lo mette in una posizione di forte svantaggio, una posizione di grande insicurezza, perché viene continuamente differenziato, continuamente etichettato con il colore blu, e la femmina con il colore rosa.
Si capisce ora la non tolleranza alla vista di comportamenti che storicamente sono sempre stati d’uso esclusivamente maschile e che oggi invece detengono anche le donne.
L’educazione di genere dovrebbe essere una prerogativa fondamentale per la nostra società, affinché gli uomini possano ritrovare il loro posto nel mondo senza doverselo riprendere con la forza, affinché non debbano sentirsi esclusi dalle nuove Donne, che vivono da pochi anni la loro libertà, ma senza cesoie in mano per evirarli tutti!