A cura di Martina Gentilli. Nessuna persona che abbia un minimo di buon senso parteciperebbe a un gioco in cui perdere, non solo comporterebbe la squalifica dal game e la perdita della vincita in denaro, ma anche la vera e propria morte. Eppure la Serie Netflix sudcoreana Squid Game uscita il 17 settembre 2021 sulla piattaforma, sta spopolando in tutto il mondo, riscuotendo un innumerevole successo. Sempre più persone si divertono a postare video su Instangram, in cui cercano di imitare i sei giochi proposti nei nove episodi, che sono semplicemente vecchi modi che i bambini sudcoreani usavano per divertirsi, quando ancora non esisteva la tecnologia. I giochi da superare possono essere considerati tanto facili quanto complessi. Quante volte abbiamo giocato a “Uno, due, tre … Stella!” perdendo l’equilibrio o calcolando male i tempi di chi conta; sapendo che questi errori possono costarci la vita non giocheremmo di sicuro, ma ce ne staremmo tranquilli a bere un bel cocktail ghiacciato guardando gli altri che cercano di sopravvivere. I 456 partecipanti del gioco mortale , sono controllati perennemente, proprio come accade in un Grande Fratello, da uomini con interessi puramente economici, che si divertono a scommettere sempre più soldi sulla vita di altre persone, come se fossero dei veri e propri cavalli da corsa. Eppure ciò che ci vuole dimostrare questa serie, che apparentemente può quasi sembrarci “perversa”, è solamente la differenza tra capitalisti e povera gente. Proprio nell’ultimo episodio della serie, il creatore del gioco dice al vincitore: “Sai cosa hanno in comune persone senza soldi con le persone con troppi soldi? Che vivere non è divertente.” Troppi soldi potrebbero darci alla testa, tanto quanto non averli proprio e, a questo punto, non tutti saremmo cosi’ convinti che essere ricchi sia sempre bello. Pensiamo se ciò accadesse nella vita reale, se gli uomini più ricchi del mondo come: Mark Zuckerberg il creatore di Facebook, Elon Musk il proprietario di Tesla, Jeff Besos colui che inventò Amazon, scommettessero denaro su ognuno di noi, succederebbe una vera e propria catasfrofe. Speriamo che anche il protagonista della serie, Lee Jung-Jae, che si dice abbia guadagnato più di 300 milioni di won a puntata, che equivalgono a 220 mila euro, non abbia idee strane in testa e non voglia riprodurre il gioco nella vita reale, altrimenti a tutti noi ci toccherà pensare a strategie per superare un game dopo l’altro e per non morire.
- Autore dell'articolo:Marco Palma
- Articolo pubblicato:20 Ottobre 2021
- Categoria dell'articolo:Spettacolo