Di Aurora Baldoni. Cellulari che suonano all’impazzata, giorno e notte, chiamate indesiderate, chiamate ossessive, chiamate talmente invadenti che alle volte costringono a rispondere. “Non puoi smettere di amarmi”, “tu devi amarmi ,tu sei mia” urla l’ex compagno dall’altro capo del telefono.
Ed ancora: insulti, pianti, sospiri ,minacce. Al che lei riattacca velocemente, si promette di cambiare numero di telefono per far fronte al problema. Calma piatta per alcuni giorni, tutto tace, la donna assapora l’apparente sensazione di libertà.
Lui però non si arrende, ed inizia a braccarla: ritorna a cercarla, si presenta sotto casa dei genitori, sotto casa dei suoi amici, nel luogo in cui lavora. Inizia a seguirla in ogni dove, senza tregua ,diventa la sua ombra, non la lascia mai sola.
Poi arrivano i dispetti: gomme dell’auto squarciate, bigliettini minatori lasciati fra i tergicristalli.
Lei fa colazione con pane ed ansia ogni mattina, ma sceglie di non denunciarlo, per vergogna, per paura di non essere creduta, sopporta in silenzio, nella speranza che lui la dimentichi al più presto e la lasci in pace.
TG delle ore 20: Dramma nel Piemontese: “Morta ragazza di 25 anni, uccisa a coltellate dall’ex”. L’uomo non l’ha dimenticata, non le ha permesso di rifarsi una vita lontano da lui, non le ha dato modo di poter scegliere per se stessa, di smettere di amarlo.
In Italia sono quarantasette le donne che hanno trovato la morte per mano dell’ex nel 2021. Uomini che non accettano di essere lasciati, non accettano il rifiuto, uomini che vedono la donna come fosse un oggetto di loro proprietà, come se elle avessero firmato un bizzarro contratto che tra le clausole contenesse la dicitura “sarò tua per sempre”.
Sono ancora tanti, troppi gli uomini che uccidono donne, per vendetta, per punirle, per non permettergli di amare nessun altro dopo di loro. Nessuno può negare ad una donna il diritto di prendere scelte, di smettere di condividere la vita con qualcuno, ma soprattutto nessuno può toglierle il diritto alla vita.
Alla morte non vi è rimedio, indietro non si torna. Ai primi episodi di stalking, minacce, inseguimenti, è necessario rivolgersi alle forze dell’ordine,
denunciare, gridare aiuto, per non ottenere il quasi scontato epilogo della vicenda :il femminicidio.