Di Chiara Giacomini.
“Per arrivare in alto bisogna partire dal fondo” c’è scritto sulla pagina ufficiale del Telefono Rosa. Bisogna, però, analizzare cos’è effettivamente questo fondo ma soprattutto quando lo si sta toccando. Vengono presentati ogni giorno numeri esorbitanti e, per questo molto, spaventosi di donne vittime di violenze, stalking, abusi, donne terrorizzate da uomini violenti che le maltrattano e che non hanno pena di loro. Queste stesse donne si sentono sole e colpevoli di aver fatto qualcosa per la quale non dovrebbero mai sentirsi in colpa. La solitudine, voglio soffermarmi su questo particolare aspetto; l’allontanamento, la sfiducia, la paura sono tutte caratteristiche che accomunano queste donne. Ed è qui che toccano il fondo, o meglio, c’è qualcuno che fa toccare loro quello stesso fondo che nessuna di noi dovrebbe neanche intravedere. Ma non siete sole. Può sembrarlo, ma non è così. Negli anni sono stati fatti molteplici passi in avanti, sono state create strutture e associazioni nelle quali le donne possono sentirsi al sicuro e lontane dal loro carnefice. Il “Telefono Rosa”, per citarne una, è una struttura creata nel 1988 che da oltre 30 anni si preoccupa di donne vittime di violenze e non solo, le aiuta, le accoglie e offre loro supporto per tentare di “arrivare in alto”, uscire da quel tunnel che le ha viste nascoste per molto tempo anche grazie al sostentamento e all’aiuto reciproco che queste donne si danno a vicenda. Vivere una stessa situazione fa sì che si crei un rapporto sodalizio e basato su un’esperienza che, purtroppo, le vede segnate per la vita intera. Uscirne più forti e più consapevoli non farà delle donne che sono entrate lì, più deboli o altro, ma anzi sarà stato proprio grazie a loro se altre donne hanno acquisito quella stessa consapevolezza, chiedendo aiuto e recandosi in un centro antiviolenza. Chiedere aiuto è segno di grande coraggio, non farlo non vuol dire essere qualcosa di meno, ma vuol dire “solo” che la consapevolezza sta ancora facendo la sua strada, e questa strada deve essere percorsa con i propri tempi sapendo che alla fine non ci sarà un tunnel, ma una porta che è sempre pronta a spalancarsi per tutte.