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Di Luigi De Vincentis. Non esiste solo il corto muso. Probabilmente la Juventus oggi lo ha capito. I bianconeri espugnano per 0-2 l’Olimpico e lo fanno con una prestazione convincente. E’ Bonucci l’uomo partita che, con due rigori trasformati, segna la strada per la vittoria. Allegri, nonostante il poco tempo a sua disposizione, ha preparato alla grande la partita. Una Juventus che gioca all’ italiana, ma che ora può permettersi solo questo. Difesa solida e ripartenze in contropiede. A quanto pare questa tattica funziona. I reparti oggi sono stati quasi sempre impeccabili. Tra i pali Szczesny sembra aver riconquistato la fiducia di tutti. Certo non avrà fatto chissà quali interventi ma comunque è sembrato pronto. La difesa è un muro. De Ligt e Bonucci sono stati letteralmente insuperabili. Le due fasce sono state molto fluidificanti. Tanti inserimenti offensivi e velocità nel tornare in difesa a proteggere appena persa palla. Prima nota dolente l’infortunio di Danilo, uscito in barella con le lacrime agli occhi per un infortunio al ginocchio. Saranno da valutare le sue condizioni ma il presentimento è che il brasiliano andrà incontro ad uno stop molto lungo. A centrocampo si vede finalmente il Rabiot della fine della stagione scorsa e un Locatelli che sta piano piano entrando negli schemi della Juventus. Delude ancora Cuadrado, che pare non essere in condizione. In attacco bene Chiesa nel ruolo di punta. Da una sua ripartenza fulminea nasce il rigore del doppio vantaggio bianconero a causa di un intervento irregolare ai suoi danni di Pepe Reina. Morata invece non è un giocatore da Juventus. La dirigenza deve correre ai ripari. Kean non è nemmeno un sostituto adeguato, anche se oggi è entrato bene in partita. Lo spagnolo sbaglia qualsiasi cosa e non è mai incisivo in fase di finalizzazione. A gennaio ci sarà il mercato di riparazione. La vecchia signora ha l’obbligo morale di intervenire con un colpo in avanti e uno in mediana se vuole salvare la stagione. La Juventus però, se torna a giocare così, può realmente dire la sua nonostante un distacco ancora ampio.