Di Mattia Liberti. A dieci giornate dalla fine del campionato è giunto il momento di iniziare a tirare le somme della stagione, non proprio positiva, della prima Roma di Josè Mourinho. La squadra ha vissuto in questi primi 8 mesi sotto la guida del portoghese alti e bassi, più bassi che alti. In particolare è emersa nei momenti importanti una mancanza di personalità da parte dei giocatori giallorossi, diverse volte lamentata dal mister, e perché no, anche di qualità. La rincorsa al quarto posto, che garantisce di giocare la prossima Champions League, non è impossibile, ma quasi. A comprometterla è stata una partita su tutte, quella persa per 3-4 in casa contro la Juventus, che attualmente occupa la posizione di classifica ambita dai giallorossi. Una partita giocata benissimo da Pellegrini e compagni fino al 70esimo minuto, quando la Roma in vantaggio per 3-1, si è fatta rimontare e superare subendo tre gol in sette minuti, dimostrando questa paura di vincere e la quasi totale mancanza di giocatori di personalità che sanno dare la scossa nei momenti più critici. Ad evidenziare queste lacune sono anche i pochi punti raccolti in generale contro le dirette rivali, su nove partite giocate, due vittorie, un pareggio e sei sconfitte; dunque su 27 punti disponibili, solo 7 raccolti. Questa su tutte è stata la grande debolezza della Roma di quest’anno. Ma la stagione non è ancora finita, la squadra ha l’obbligo di dare il massimo fino all’ultima giornata per raggiungere un’insperata qualificazione in Champions, così come ha l’obbligo di arrivare fino in fondo in Conference League, l’unico obiettivo stagionale che sembra alla portata dei ragazzi di Mourinho. Tuttavia per raggiungerlo ai giallorossi non basterà quello che abbiamo visto fino ad oggi, i giocatori dovranno abbandonare questa paura di arrivare alla vittoria e tirare fuori la grinta e la personalità che hanno sempre contraddistinto le squadre guidate dal loro allenatore, che in quanto a vincere trofei ne sa sicuramente qualcosa.