Di Isabella Maria Canestri. Si dice che la moda sia un po ‘ come la storia e come il karma: tutto torna. Ciò che negli anni ’80 andava di moda si riaffaccia alle porte del 2022. Pantaloni a zampa d’elefante, bandane esotiche, corpetti stretti, jeans a sigaretta, sneakers basse e colorate, tacchi rigorosamente a spillo. Diamo il nostro più caloroso addio ai tacchi con la zeppa, ai jeans skinny, ai top attillati e facciamo tornare i jeans a vita bassa. Le più grandi case di moda hanno fatto, durante questi ultimi 10 anni, degli enormi progressi; hanno girato in tondo, con qualche deviazione certo, per poi tornare al punto di partenza: la ribellione degli anni 70. Colori sgargianti, fantasie floreali, capelli cotonati, gonne a campana e pantaloni “attillati” : la moda del 70 non è poi così diversa dalla nostra. Con il tempo le “sottomarche” si sono emancipate sempre di più. Se non è Gucci è Zara, se non è Versace è Stradivarius, se non è Michael Kors è Bershka. Il concetto che “per essere alla moda” bisogna spendere soldi è ormai antiquato. Non è quello che indossiamo ma come lo indossiamo. La classe non è acqua, e la marca non fa lo stile. Molto spesso ci si chiede cosa sia a fare tendenza. Da dove gli stilisti prendono ispirazione. Il passato influenzerà sempre il futuro, ciò che noi indossiamo è il risultato stesso di ciò che prima andava di moda. Erano le persone stesse a creare le nuove tendenze: la prima donna con indosso un paio di pantaloni, le giacche di pelle, i jeans attillati indossati da un uomo. Alcune mode sono state il risultato di lotte e conquiste sociali e politiche. E allora viene spontaneo chiedersi: cosa rappresenta la moda oggi? Probabilmente neanche gli stilisti stessi saprebbero rispondere. C’è chi crea abiti per l’alta società, chi li crea per la gente del quartiere e chi crea abiti accessibili. Gli abiti da donna si dividono in due categorie: abiti “facili” e abiti da monaca di clausura e no, non ci sono vie di mezzo. Il fascino del XXI secolo sta nel fatto che marchi poco costosi hanno dato la possibilità a tutti di avere “classe” senza dover ipotecare la propria casa. Ciò che invece ha dell’incredibile è che la moda ha perso il suo potere sociale. La moda in precedenza, non lanciava solo tendenze, lanciava messaggi ben chiari: “mi vesto come voglio”. Se la società cambiava la moda stessa era la prima a cambiare. Gli stilisti si ispiravano alla società e alle persone stesse. Ad oggi il massimo dell’ispirazione la trovano su Twitter o Instagram. In un mondo fatto di apparenze gli stilisti non appaiono più come una volta. Un abito non definisce la persona, la arricchisce. “Una donna stupida con un bel vestito, rimane una donna stupida. Una donna intelligente con un brutto vestito può anche, al momento allontanarti, poi quando scopri che è intelligente il vestito un esiste” Cit. Giorgio Armani. La verità? L’abito non fa il monaco ma il monaco può fare l’abito.