Di Luigi De Vincentis. Il destino, quando vuole, sa essere davvero crudele. Gianmarco Tamberi lo sa bene. Nel momento più alto della sua carriera, quando era a un millimetro dal suo sogno, succede l’impensabile. La caviglia cede e pochi secondi dopo un urlo gela tutto lo stadio di Montecarlo. Tutti pensano al peggio. Tamberi piange, sa che deve rinunciare al suo sogno. Non si dà per vinto, torna e ricostruisce tutto da zero. Poche parole, scritte sul gesso, danno il via alla sua rinascita, denominata “Road to Tokyo 2021”. Poche semplici parole, ma che fanno capire come l’obbiettivo era fisso nella sua mente. Lo scopo era solamente uno. Vuole quella medaglia d’oro che gli è sfuggita cinque anni prima. Sa che non è facile, ma non vuole mollare. La riabilitazione è stata dura, solo i tifosi di sempre ci sono stati. Ma non va come si sperava. I salti non sono più gli stessi. Le misure non ne parliamo nemmeno. Arrivano le critiche, forti e pesanti. C’è chi dice che era finito, altri ancora lo deridono dicendo che non sarebbe tornato lo stesso. Tutti si interrogano sul perché di questa involuzione. Solo Barshim, il suo grande amico, lo sblocca. Dopo aver passato l’inferno stava pian piano tornando in paradiso. Da quel momento si torna a vincere. È tornato a far sognare chi credeva in lui. Ma non c’è spazio per i detrattori. Erano tutti pronti a salire sul carro dei vincitori, ma Tamberi frena tutti. Agli inizi del 2021 un argento ai Campionati Europei al coperto lascia un pizzico di amaro in bocca ma non preoccupa tanto. Il focus di Tamberi non era quello. Tutto era finalizzato ad un unico momento. L’asticella ora si alza sempre di più. I rivali sono agguerriti, ma lui non si fa intimidire Tokyo era ogni giorno sempre più vicina. Arriva finalmente il giorno tanto sognato. Il primo agosto si fa la storia. Si salta finalmente come un tempo, più in alto di tutti. Ma non è da solo. Insieme a lui c’è il suo amico Barshim. Il momento dell’urlo fa tornare la mente a cinque anni prima. Questa volta però non è di dolore, ma di gioia pura. Le lacrime si trasformano. Gli occhi gli si gonfiano di commozione. Aspettava solo quel momento. Lo ha sognato tantissime volte. Finalmente stringe tra le mani quella medaglia d’oro e urla a squarciagola l’inno italiano. Sa che finalmente è sua e nessuno potrà mai togliergliela. Ora manca solo un ultimo tassello. Un oro ai mondiali outdoor di Eugene in programma a luglio può consegnarlo ancora alla storia dell’atletica mondiale. Tamberi non deve fermarsi, bisogna ancora volare alto.

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