Di Giulia Mezzanotte. <<Oggi, in una giornata storica per i diritti delle donne in Spagna, voglio inviare tutto il mio sostegno alle compagne femministe che anche nei loro paesi difendono i diritti di tutte le donne, di fronte ai movimenti reazionari. Forza, compagne di squadra.>>
Recita così il tweet del 17 maggio 2022 postato da Irene Montero, la deputata spagnola membro di Podemos.
Le righe di esultanza, twittate dalla politica, non sono casuali; è stato, infatti, approvato nei giorni più recenti il disegno di legge del ministero dell’Uguaglianza che, oltre ad occuparsi di diritto all’aborto e salute riproduttiva, ha proposto l’introduzione del congedo mestruale.
La Spagna è il primo Paese d’Europa a regolamentare permessi speciali temporanei per mestruazioni dolorose, che verranno pagati interamente dallo Stato. Inoltre, la proposta di legge, che inizialmente prevedeva tre giorni di congedo, sembrerebbe parlare ormai di giorni illimitati.
La Stato spagnolo ha le idee ben chiare: il dolore legato al ciclo non può e non deve più essere considerato meno di qualsiasi altra condizione invalidante, che prevede giorni di riposo.
La messa in atto del congedo mestruale, che costerà al governo di Spagna circa 28,3 milioni di euro annuali, non sarà a dei datori di lavoro, al fine di prevenire la discriminazione delle donne stesse sulle attività: quest’ultime devono unicamente beneficiare della riforma.
Si tratta, senza dubbio, di una svolta storica per i diritti delle donne, in particolare lavoratrici.
Infinite volte, infatti, il malessere creato dal ciclo è stato sminuito ed ignorato da aziende e datori di lavoro. È troppo facile associare i dolori delle mestruazioni ad una reazione naturale e dovuta, quando avere il menarca non è una scelta e nemmeno un lusso.
A questo ultimo proposito, il decreto emesso fa parte di un gruppo di misure da attuare, quale la richiesta alle scuole di fornire assorbenti gratuiti. Si parla anche dell’eliminazione dell’obbligo di permesso dei genitori per abortire, dell’estensione dell’educazione sessuale e della messa a disposizione gratuita di pillole del giorno dopo nelle ASL.
Il primo storico sì della Spagna ha aperto una speranza per le donne lavoratrici delle altre nazioni europee. L’augurio che ci facciamo noi donne è che il congedo mestruale non sia un raggio di sole da osservare da lontano, bensì rappresenti l’apripista per una condizione necessaria e da cui prendere esempio.